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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Sevizia coniglio nano e lo costringe a vivere tra i suoi escrementi

Condanna per il 44enne. I giudici respingono anche la richiesta di "attenuanti"

Ha “seviziato” un coniglio nano, costringendolo a vivere in una piccola gabbia nella quale l’animale si procurava lesioni e lasciandolo vivere tra i suoi stessi escrementi. Al termine di un iter processuale di quattro anni, è diventata definitiva la condanna a sei medi di carcere per un 44enne di Caserta.

L’ultimo tentativo di evitare la condanna è stato il ricorso in Cassazione da parte dell’avvocato difensore dell’imputato, che però è stato respinto perché dichiarato inammissibile. Ad incastrare l’uomo sono stati i commessi di un negozio di animali che, in diverse occasioni, avevano sottolineato al proprietario del coniglio la necessità di “migliorare le condizioni igienico-sanitarie dell’animale”.

E proprio questo mancato intervento da parte del proprietario dell’animale ha spinto gli ermellini a ritenere adeguata la decisione della Corte d’Appello di “non concedere attenuanti” né la “non menzione della condanna”. “La valutazione negativa della personalità dell’imputato desunta dalla pervicacia del proposito criminoso dimostrato nonostante le sollecitazioni dei commessi del negozio” scrivono i giudici nelle motivazioni, rappresentano “argomenti idonei a giustificare il diniego”.

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