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Cronaca Castel Volturno

Sesso e corruzione in municipio: in 20 a processo

Il giudice Rossi ha disposto il rinvio a giudizio per le persone coinvolte nello scandalo

Venti rinvii a giudizio per l'inchiesta sulla corruzione all'interno dell'ufficio tecnico del Comune di Castel Volturno. Questa la decisione del gup Orazio Rossi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha disposto il processo per tutti gli indagati.

Dovranno comparire dinanzi ai giudici della prima sezione penale (collegio C) del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nell'udienza fissata all'inizio di ottobre, Carmine Noviello, 60 anni di Castel Volturno; Antonio Di Bona, 54 anni di Castel Volturno; Giuseppe Verazzo, 51 anni di Castel Volturno; Luigi Cassandra, 59 anni di Castel Volturno; Giuseppe Russo, 63 anni di Castel Volturno; Francesco Morrone, 63 anni di Castel Volturno; Raffaele Papararo, 45 anni di Castel Volturno; Giovanni Rotondo, 51 anni di Giugliano; Rocco Fittipaldi, 59 anni di Pozzuoli; Carmine Brancaccio, 63 anni di Castel Volturno; Antonio Cacciapuoti, 61 anni di Villa di Briano; Alessandra Puopolo, 52 anni di Castel Volturno; Antonio D’Andrea, 72 anni di Marano; Giuseppe Iannone, 63 anni di San Cipriano d’Aversa; Mario Iannone, 37 anni di San Cipriano d’Aversa; Domenico De Simone, 38 anni di Castel Volturno; Michele Cerchiello, 73 anni di Marigliano; Giuseppe Antricetti, 68 anni di Castel Volturno; Mario Mansueto, 61 anni di Castel Volturno; Francesco Miraglia, 47 anni di Mondragone. 

L'indagine, coordinata dalla Procura e svolta dai carabinieri, aveva svelato il sistema di corruttela all'interno dell'ufficio tecnico del Comune di Castel Volturno per le pratiche edilizie. Le attività investigative hanno fatto emergere la figura di un professionista locale, il geometra Giuseppe Verazzo, il quale nel passato aveva collaborato come tecnico esterno e con contratto a termine con l'UTC di Castel Volturno. Sin dalle prime fasi veniva alla luce, dalle intercettazioni telefoniche e ambientali captate, un diffuso sistema corruttivo di cui era protagonista il personale addetto all'Ufficio Tecnico del Comune di Castel Volturno e nello specifico il dirigente Carmine Noviello ed alcuni dipendenti, tra cui Antonio Di Bona, addetto alla pubblicazione all'albo pretorio degli atti.

I principali attori del sistema di corruzione sono stati identificati nelle figure di Carmine Noviello, Antonio Di Bona e gli addetti alla Polizia Municipale, seppur non operando in maniera associativa, agivano ognuno per raggiungere vantaggi di tipo strettamente personale favorendo determinati soggetti. Ogni componente è risultato essere pienamente consapevole di ciò che doveva fare nell'ambito di determinate pratiche, per far sì che queste fossero evase con celerità ma soprattutto che potessero concludersi con il rilascio delle autorizzazioni necessarie. Con molta facilità, gli investigatori si sono imbattuti in documentazione formata ad hoc, materialmente o ideologicamente falsa (di natura pubblica e/o privata) o anche in sostituzione di atti già presenti nelle relative pratiche. In particolare è stato scoperto con il funzionario Di Bona, in cambio delle ‘facilitazioni’ chiedesse ed ottenesse anche prestazioni sessuali all'interno del Comune. Performance che venivano puntualmente riprese dai carabinieri che negli uffici comunali avevano piazzato le telecamere.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Ferdinando Letizia, Raffaele Crisileo, Carlo De Stavola, Giuseppe Stellato, Giovanni Zannini, Fabiola Astarita, Romolo Vignola, Sergio Iovane, Anna Riccio, Vincenzo Montanino.

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