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Cronaca San Cipriano d'Aversa

Schiavone svela i retroscena della scissione tra Zagaria e Iovine

Il figlio di Sandokan racconta la "stagione calda" del clan: "Se fossimo stati uniti avremmo gestito meglio Setola"

Problemi riguardanti un processo. Questo il motivo sulla "rottura" tra i due boss dei Casalesi Antonio Iovine e Michele Zagaria. A rivelarlo è stato il neo collaboratore di giustizia Nicola Schiavone che ieri, in un'udienza fiume del processo Jambo, ha svelato il retroscena riguardo alla fine dei rapporti tra i due boss. 

Schiavone ha parlato della stagione "calda", quella a cavallo tra il 2008 ed il 2009. Prima l'omicidio di Michele Iovine, referente del clan su Caserta e comuni limitrofi e parente proprio di 'o Ninno. Un delitto pianificato, deciso da "Michele Zagaria e Nicola Panaro - ha raccontato Schiavone - Dovevamo fare un'azione comune ma Zagaria fece uccidere Iovine e rivendicò il territorio di Caserta", che quindi passò nella competenza criminale di Capastorta.

Nonostante l'ampliamento del proprio 'feudo' la quota che versava al clan restò la stessa: 80mila euro al mese. "Rivendicavamo - ha detto ancora Schiavone - il fatto che Zagaria andasse contro le logiche comuni, pensava al suo orticello senza capire che senza l'unione del clan non era nessuno". E così "tutto il 2008 fu un continuo di discussioni - ha proseguito - Iovine e Zagaria avevano litigato per una questione di un processo". 

Poi ci furono gli arresti di settembre del 2008 che acuirono la frattura interna ai Casalesi. Una frattura in cui si inserì la stagione di sangue di Giuseppe Setola. "Setola era il termometro di quello che stava succedendo - ha detto ancora Schiavone - Se fossimo stati uniti lo avremmo gestito meglio. Anzi io incontrai Setola con Iovine mentre Zagaria ci andò a parlare da solo e parlò male di me in quell'occasione". 

Marzo 2009 è il mese che fa da spartiacque con l'omicidio di Antonio Salzillo, nipote di Antonio Bardellino, e Clemente Prisco. "Fu una cosa eclatante perché Zagaria non poteva dire di non sapere nulla. Uno che era attento anche ad un appalto da 500 euro non poteva dire di non essere a conoscenza dell'omicidio".  

Per questo Zagaria smise di versare la quota alla cassa centrale del clan dei Casalesi attirando su di sé le ire degli Schiavone e dello stesso Iovine al punto da decidere di ucciderlo. "Fino a quel momento Iovine e Zagaria erano amici, erano stati anche latitanti insieme - ha detto Schiavone - Comunque seppi che Iovine incontrò Zagaria con la famiglia in estate in Corsica. Non capivo a che gioco stesse giocando". 

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