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Cronaca Trentola-Ducenta

Il boss, il sindaco ed il centro commerciale. “Ecco come è diventato un business per i Casalesi”

Il capoclan pentito svela tutti i retroscena ai magistrati della Dda

Da un lato un imprenditore che aveva la necessità di avere gli “agganci giusti”; dall’altro un boss che doveva incassare “soldi freschi” per tenere in piedi il clan; in mezzo un sindaco disposto a fare “piaceri” in cambio di appoggio elettorale.

E’ lo scenario che emerge attorno al centro commerciale Jambo di Trentola Ducenta, su cui c’è stata un’inchiesta che ha visto finire sotto processo il “proprietario” Alessandro Falco e l’ex sindaco Michele Griffo.

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Ma il trait d’union tra i due sarebbe stato Michele Zagaria, il capoclan dei Casalesi, che riusciva ad ottenere “soldi facili” e “liquidi” grazie alle estorsioni proprio sull’area commerciale che è diventata negli anni un business, anche per il clan dei Casalesi.

Al punto che qualcuno era arrivato a credere che, in realtà, lo stesso Zagaria fosse il proprietario del Jambo. Fatto smentito però da un altro capoclan, Nicola Schiavone, figlio di Sandokan, che ha raccontato ai magistrati la verità che era conosciuta nell’organizzazione criminale.

“Sandro Falco ricorreva a Michele Zagaria per ogni sua necessità legata al Jambo e Michele Zagaria ne beneficiava in termico economici" ha spiegato l'ex erede del clan di Casal di Principe in uno degli ultimi verbali "concessi" ai magistrati della Dda che lo stanno ascoltando dopo la sua scelta di collaborare con la giustizia. "Falco aveva avuto facilitazioni anche nelle autorizzazioni comunali, grazie al rapporto tra Michele Zagaria e Michele Griffo, oltre che gli altri amministratori quali Luigi Cassandra (ex assessore, nda)” ha spiegato.

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