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Cronaca Marcianise

31 ARRESTI 'Decapitati' i due clan, ecco chi c'era al vertice dell'organizzazione | I NOMI

Una donna si occupava del riciclaggio dei proventi illeciti ricavata dallo spaccio

Una struttura gerarchizzata in cui spiccano la presenza di alcuni uomini, e una donna, a capo del sodalizio criminale. È l’associazione criminale sgominata dai carabinieri della Compagnia di Marcianise, che su richiesta della Dda di Napoli ha eseguito questa mattina 40 ordinanze di misura cautelare (di cui 16 in carcere, 15 agli arresti domiciliari e 9 con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).

L’ALLEANZA TRA I CLAN BELFORTE E PICCOLO

A finire in manette i membri di un’alleanza insolita: i Belforte e i Piccolo-Letizia di Marcianise, la cui rivalità ha prodotto tra la fine degli anni ‘90 e metà degli anni 2000 svariate decine di omicidi. I due clan si spartivano con un accordo la gestione dell’attività di spaccio tra i comuni di Marcianise, Capodrise e Maddaloni.

I VERTICI DEL SODALIZIO CRIMINALE

Come emerge dalle carte dell’inchiesta, i promotori e organizzatori del sodalizio criminale erano Aniello Bruno, Giovanni Pontillo e Primo Letizia. I tre secondo gli inquirenti dirigevano l’attività dei pusher e organizzavano l’approvvigionamento e lo spaccio degli stupefacenti, oltre a conferire direttive e compiti agli altri associati.

Erano invece i capi dell’organizzazione nell’ambito della gestione dei proventi dell’attività di spaccio Nicola Viciglione, Pasquale Lasco, Fabio Romano, Pasquale Regino, Amedeo Belvisto e Salvatore Letizia. I sei inoltre impartivano le direttive per la gestione delle ‘piazze di spaccio’.

Infine l’unica donna nel “direttivo” del sodalizio criminale. Secondo gli inquirenti spettava a Maria Giuseppina Lasco il compito di provvedere al riciclaggio dei proventi illeciti, oltre a decidere sulle strategie operative dell’associazione.

I CORRIERI E I PUSHER DEL CLAN

Il sodalizio criminale si serviva anche di fornitori, corrieri e trasportatori per diffondere nelle piazze di spaccio lo stupefacente. In particolare è emerso come Filippo Lasco e Francesco De Matteis fossero, secondo i magistrati, i “custodi” della droga e talvolta anche venditori al dettaglio. Antonio Marasco e Giglio Onelio Francini avrebbero avuto invece compiti prevalentemente di fornitori e corrieri della sostanza stupefacente.

Ad occuparsi invece del trasporto e della vendita del “prodotto” sarebbero stati Alessandro Zampella, Marco Viciglione, Rosario Valenti, Raffaele Tartaglione, Gregorio Raucci, Francesco Piccirillo, Francesco Persico, Andrea Nocera, Alessandro Mandarino, Giuseppe Grillo, Generoso Di Sivo, Giulio Ciano, Andrea Bizzarro, Salvatore Allegretta.

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