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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Cellole / Via Pietre Bianche

Prof ucciso e dato alle fiamme, il Riesame conferma i domiciliari per il killer

Il Tribunale della Libertà esclude l'aggravante della premeditazione

Confermati gli arresti domiciliari per Angelo Gentile, 84enne di Baia Domizia, ritenuto responsabile dell'omicidio e distruzione del cadavere di Pietro Caprio, 58enne di Cellole, ritrovato carbonizzato a bordo della Dacia Duster intestata all’anziana madre in prossimità del canneto di via Pietre Bianche a Baia Domizia sabato 4 novembre.

L'Ottava Sezione del Riesame del Tribunale di Napoli ha confermato la misura cautelare della detenzione domiciliare disposta dal gip Daniela Vecchiarelli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere all'esito dell'udienza di convalida e delle dichiarazioni rese dall'indagato su una possibile esistenza di una donna in compagnia della vittima. In quella sede già venne esclusa l'aggravante della premeditazione per l'efferato delitto del docente di scienze motorie cellolese destinatario di un fermo di indiziato delitto firmato dai sostituti procuratori Gionata Fiore e Chiara Esposito. Una conferma quella dell'esclusione della premeditazione anche da parte dei giudici del tribunale delle Libertà vista dal legale del presunto killer, l'avvocato Gabriele Gallo, come uno spiraglio su una ricostruzione contraddittoria della dinamica dell'efferato delitto.

L’indagato in sede di udienza di convalida dinanzi al gip sammaritano ha riferito al giudice di ricordare perché il pomeriggio del 3 novembre si trovasse in via Pietre Bianche “per accedere al fondo e lì ho visto Pietro nella macchina della mamma con una donna in intimità. Li ho visti e mi sono fatto i fatti miei andandomene”. Una versione dei fatti che non ha mai convinto i pm. Per gli inquirenti si tratterebbe di uno escamotage dell'indagato per discolparsi. Sulla base delle immagini, alquanto nitide dei circuiti di video sorveglianza cittadina, alle 14 circa in via Pietre Bianche si scorgono sia la vettura della vittima che la vettura dell’84enne, una Fiat Palio, in direzione del canneto e dopo 23 minuti esatti si vede dai filmati uscire dalla strada solo la vettura di Angelo Gentile. Dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca il movente dell’omicidio sarebbe legato a rancori per un debito.

Per la difesa di Gentile la conferma dell'assenza della premeditazione porterebbe a pensare che si sia eventualmente trattato di un dolo d'impeto e ciò metterebbe in discussione il tempo di consumazione dell'assassinio. I resti carbonizzati di Pietro Caprio sono ancora presenti nelle celle d'istituto di medicina legale di Caserta. Si attende il risultato dell'esame del Dna per l'ufficialità dell'identificazione. "Non solo ce l'hanno ammazzato come un cane ma dobbiamo aspettare ancora chissà quanto per poterlo piangere davanti ad una bara" è stata la  dichiarazione dei familiari alla scoperta delle 'lungaggini' tecniche per gli esami autoptici.

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