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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Castel Volturno

Riciclaggio di auto di lusso con base nel casertano, 13 assolti

Il giudice dichiara la prescrizione e l'improcedibilità per alcune imputazioni. La banda di 'Peppe lo zingaro' esce indenne dal processo

Tutti assolti. Il tribunale di Benevento ha prosciolto dalle accuse 13 persone accusate a vario titolo di far parte di un'associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di auto di lusso, acquistate in leasing a nome di ignare aziende e rivendute all'estero, dopo la denuncia del furto in Italia. 

La corte, presieduta dal giudice Daniela Fallarino, ha dichiarato la prescrizione di alcuni reati, l'improcedibilità per altre imputazioni, pronunciando sentenza assolutoria per le restanti. Sono usciti così indenni dal processo Pasquale Capretti; Carmen Maria Capretti; Ice Nikolov; Ciro Morra; Mirko Valenzano; Bozidar Adzovic, noto come 'Peppe lo Zingaro'; Agostino Conte di Grazzanise; Domenico Di Fraia, di Villa Literno; Giovanni Nacca di Macerata Campania; Francesco Ciriello; Salvatore Granato. Dichiarata la prescrizione per Ciro e Rosario De Matteis. Per Conte, Nacca e Rosario De Matteis il pm aveva chiesto la condanna a 6 anni. Nel collegio difensivo sono stati impegnati, tra gli altri, gli avvocati Nello Sgambato, Raffaele Mascia, Maurizio Sica, Elisabetta Carfora, Patrizio Della Volpe, Giuseppe Stellato e Giuseppe Romano. 

Le indagini avevano fatto emergere un traffico di auto di lusso che aveva come fulcro Castel Volturno., da cui il nome dell'operazione "Volturno Top Car". Secondo gli inquirenti, le auto, dopo essere state acquistate in leasing a nome di una determinata società venivano cedute all’Adzovic che le faceva trasportare all’estero da autisti sempre diversi con un certificato di proprietà rubato in bianco dalle agenzie Aci e falsificato. Una volta vendute in territorio estero  - prevalentemente in Germania, Spagna e Marocco - e previa reimmatricolazione, a distanza di dieci giorni, la banda provvedeva a denunciare il furto in Italia. Un altro modo era l’acquisto di un veicolo incidentato con regolari documenti, poi gli appartenenti all’organizzazione rubavano un veicolo della stessa marca, dello stesso modello e dello stesso colore, su cui veniva modificato il numero di telaio rendendolo uguale a quello della macchina incidentata e infine gli venivano applicate anche le stesse targhe.

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