rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Duplice omicidio nella faida di camorra, pm chiede un ergastolo e 3 condanne a 30 anni

Il processo innescato dall'agguato che portò alla morte di Sebastiano Caterino e suo nipote Umberto De Falco

Ergastolo e isolamento per un anno e 30 anni di reclusione. Sono le pene richieste dal sostituto procuratore della Dda di Napoli Simona Belluccio per Corrado De Luca (ergastolo) luogotenente del boss Antonio Iovine e la famiglia Moronese - Sandro, Agostino e Raffaelina Nespoli( 30 anni di reclusione) - dinanzi ai giudici della Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere nel processo per il duplice omicidio di Sebastiano Caterino e di suo nipote Umberto De Falco, avvenuto il 31 ottobre 2003 in via dei Romani, a Santa Maria Capua Vetere.

Il magistrato antimafia dinanzi alla Corte d'Assise presieduta dal giudice Roberto Donatiello con a latere Honoré Dessì ha ripercorso gli elementi emersi dall'istruttoria dibattimentale in merito alle accuse di concorso esterno in omicidio per De Luca  poiché avrebbe preso parte ad un appostamento finalizzato ad eliminare Sebastiano Caterino, e la famiglia Moronese (Sandro, Agostino e Raffaelina Nespoli) che avrebbe fornito al gruppo di fuoco la propria abitazione per compiere il duplice omicidio. "Un efferato reato a condotta frazionata dove ogni apporto dei partecipanti è servito alla commissione del delitto finale - ha spiegato il pm della Dda partenopea - le testimonianze dirette e per derelato sono state fondamentali per l'effettiva partecipazione di De Luca al piano omicidiario di Caterino e di De Falco. Nessun dubbio sulla consapevole partecipazione all'omicidio da parte dei Moronese. Dai riscontri della polizia giudiziaria è poi emersa la vicinanza dei Moronese al clan. Dato avvalorato dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia ". Oltre alla requisitoria del pm hanno preso la parola i legali delle costituite parti civili, gli avvocati Mauro Iodice, Luigi Trocciola, Giuseppe Conte, Carlo Iorio che hanno chiesto la penale responsabilità degli imputati.

Secondo quanto ricostruito dalla Dda verso le 11,40 del 31 ottobre del 2003 vennero crivellati con 50 colpi di arma da fuoco Sebastiano Caterino e suo nipote Umberto De Falco a bordo di una Volkswagen Golf GTI condotta da Caterino. La marcia della vettura venne arrestata da due Alfa Romeo una guidata da Enrico Martinelli e l'altra a bordo della quale c'era il commando killer a cui avrebbero preso parte Pasquale Spierto e Bruno Lanza (che hanno proceduto con rito abbreviato) che esplose 50 colpi di arma da fuoco (37 proiettili calibro 5,56 e 13 calibro 12) all'indirizzo delle vittime. Per Caterino non ci fu scampo: morì crivellato di colpi. Il nipote Umberto De Falco venne ferito gravemente per poi morire qualche ora dopo l'agguato in ospedale. L'ordine di condanna a morte per Sebastiano Caterino e suo nipote avvenne dalla cupola casalese ovvero da Antonio Iovine, Michele Zagaria, Giuseppe Caterino, Francesco Schiavone alias Cicciariello che hanno proceduto per la medesima imputazione con rito abbreviato insieme a Giuseppe Misso, Nicola Panaro, Bruno Lanza, Enrico Martinelli, Claudio Giuseppe Virgilio. Si torna in aula ad aprile per le discussioni dei legali degli imputati. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Paolo Raimondo, Giuseppe Stellato, Domenico Della Gatta per gli imputati. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Duplice omicidio nella faida di camorra, pm chiede un ergastolo e 3 condanne a 30 anni

CasertaNews è in caricamento