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Cronaca San Cipriano d'Aversa

Rapina in banca, la confessione choc: “Mio figlio è malato, la paga da operaio non basta”

Il 25enne ha ottenuto i domiciliari mentre il complice resta in carcere

Lo stipendio da muratore non bastava a sostenere la sua famiglia con tre figli di cui uno affetto da una particolare forma di diabete che necessita di continue visite mediche per essere monitorata. E' una storia di disperazione quella che ha raccontato al giudice Alberto Gamberini, del tribunale di Bologna, Michele S., 25 anni di San Cipriano d'Aversa, che lunedì ha tentato di rapinare la filiale di via Rizzoli della banca Unicredit.

Nella giornata di mercoledì il 25enne, assistito dall'avvocato Mirella Baldascino, si è presentato dal giudice per l'udienza di convalida dopo il suo arresto, ad opera della polizia, per tentata rapina e lesioni ai danni di una cassiera, caduta dopo essere stata spinta prima che la coppia di rapinatori uscisse dall'istituto di credito.

Nel corso della pausa pranzo il 25enne, insieme ad un complice di 29 anni di Casal di Principe (che si è costituito presso la caserma dei carabinieri di Casal di Principe), si era recato in banca ed armato di un seghetto era riuscito ad asportare dei blister contenenti monetine, per un totale di 480 euro. Venne fermato prima dai passanti e poi dalla polizia, ammettendo le sue colpe. Al termine dell'udienza di convalida il gip ha sostituito la misura in carcere con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari a San Cipriano d'Aversa.

Sorte diversa, invece, è toccata al complice, Giuseppe P., difeso dall'avvocato Pasquale Diana e detenuto al carcere di Santa Maria Capua Vetere. Il gip Barbara Del Pizzo, del tribunale di Napoli Nord, al termine dell'interrogatorio per rogatoria ha confermato la custodia cautelare in carcere con l'invio degli atti al tribunale di Bologna per le decisioni del caso.

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