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Cronaca Parete

I Radicali incontrano e difendono il "re delle ecomafie"

Chianese "capro espiatorio" dopo la visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere

I Radicali, da sempre impegnati nella battaglia per i diritti, stavolta prendono le difese di Cipriano Chianese, il re dei rifiuti, condannato in primo grado, nell'ambito del processo sulla discarica Resit di Giugliano, a 20 anni di reclusione. 

La "difesa d'ufficio" è stata affidata ad una nota che ha seguito la visita dei Radicali, in particolare di Antonello Sannino e Silvestro Gallipoli accompagnati dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, al carcere di Santa Maria Capua Vetere dove hanno incontrato Chianese. Il processo, che vede imputato l'inventore delle ecomafie legate al clan dei Casalesi, è attualmente in fase d'appello con rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale. "Nel processo Resit la prova scientifica, anche se supportata da Enti ed esperti di provata autorevolezza, ha trovato la stessa dignità processuale rispetto a ricostruzioni di stampo più mediatico, seppur non corroborate dai fatti. Ancora una volta si è sottovalutato il valore dei dati tecnici", scrivono i Radicali, augurandosi che "lo stato, incapace di individuare le responsabilità dei singoli esponenti della classe dirigente, non sia alla ricerca di capri espiatori, così come potrebbe essere nel caso dell'avvocato Chianese".

Ma dai dati tecnici finiti nel processo di primo grado, svolto in corte d'assise, viene fuori tutt'altro. Emerge come per anni la discarica Resit di Giugliano, gestita da Chianese, abbia accolto rifiuti di ogni genere, anche quelli pericolosi, provenienti da siti industriali di ogni parte di Italia, diventando una bomba ecologica. Un dato che è stato confermato dalla perizia disposta dalla Corte d'Assise d'Appello che ha vidimato il fatto che le sostanze inquinanti erano (e sono) idonee a nuocere per la salute. "Si ritiene che l’attività di ricezione e smaltimento dei rifiuti sversati nel corso degli anni, verificata anche la natura pericolosa - tossica e/o nociva - di alcuni di essi abbia effettivamente prodotto un danno all’ambiente", si legge nelle 84 pagine della perizia.

In una terra dove i residenti pagano ancora a prezzo della vita lo scempio ambientale compiuto dai "signori della monnezza" l'arringa radicale suona come un cazzotto nello stomaco.

Per la cronaca i Radicali nel corso della loro visita hanno segnalato l'annoso problema strutturale del mancato allaccio della casa circondariale alla rete idrica.  

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