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Cronaca Mondragone

Prostituzione e riti voodoo: "Non ti facciamo tornare più a casa"

Le intercettazioni lette in aula nel corso del processo alla "madame" ed il suo complice

Le intercettazioni finiscono nel processo ai danni della "madame" con il suo complice accusati di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione ai danni di alcune ragazze nigeriane costrette a prostituirsi in strada, nella zona tra Mondragone e Castel Volturno, dietro la minaccia di praticare loro riti voodoo.

Il processo si è celebrato in settimana dinanzi alla Corte d'Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Napolitano, e prende le mosse da un'indagine della polizia di Catania con un troncone finito al Palazzo di Giustizia di piazza della Resistenza per competenza territoriale. 

L'inchiesta è scattata in seguito alla denuncia di una nigeriana (prostituta) che ha raccontato ai poliziotti le violenze subite da un'altra donna (anche lei nigeriana) perchè si era rifiutata di dargli dei soldi come "prezzo da pagare per essere autorizzata" a potersi prostituire. Una sorta di "affitto".  Le intercettazioni scattate per ricostruire l'esatta dinamica di quanto era accaduto portano a ricostruire un'inquietante vicenda di schiavitù, riti magici e prostituzione con le ragazze fatte arrivare dall'Africa, attraverso la Libia, per trovare il proprio inferno in Italia. 

Durante l'ultima udienza è stata ascoltata una poliziotta che ha ascoltato le registrazioni tra gli imputati e le ragazze in cui non solo venivano contrattate le prestazioni con i clienti per incontri in case d'appartamento, anche in Calabria, e le minacce di riti voodoo che avrebbero costretto le giovani vittime a "non tornare più a casa".

Nel collegio difensivo è impegnato l'avvocato Andrea Balletta. Il processo è stato rinviato, per il prosieguo del dibattimento, alla metà di giugno.

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