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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Teano

Opere rubate al museo, ammessa perizia sul "busto" ritrovato a casa dell'avvocato

Il giudice monocratico ha sciolto la riserva e stralciato la posizione di Mastrostefano in attesa dell'esame per accertare l'autenticità del reperto

Stralciata la posizione dell’avvocato Mastrostefano ed ammessa la richiesta una perizia superpartes per il "busto" della discordia ritrovato a casa del legale imputato.

È quanto accaduto nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al giudice monocratico Giorgio Pacelli del tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo per le opere d'arte trafugate al Museo Archeologico e al Teatro Romano di Teano e rivendute a professionisti dell'area sidicina.

Il giudice ha sciolto la riserva sull’ammissione di una perizia superpartes sul busto rinvenuto a casa dell’imputato Mastrostefano per accertarne l’autenticità. E' stata quindi stralciata la posizione del legale sidicino. Si torna in aula nel mese di novembre per il conferimento incarico al perito. Per gli altri imputati si torna in aula a gennaio per l’emissione del verdetto.

Sono finiti sotto processo l'avvocato Gerardo Mastrostefano 57enne di Teano; il sanitario Emilio Autieri 72enne di Teano; Massimo Aversano, 50enne di Teano; Luca Compagnone, 45enne di Teano; Domenico De Biasio 26enne di Teano; Antonio Pane, 29enne di Teano accusati a vario titolo di ricettazione di reperti archeologici e furto aggravato dall'utilizzo di una minorenne.

L'indagine condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli con la collaborazione degli uomini della Compagnia di Capua iniziò nel gennaio 2016 seguendo le tracce di un furto commesso nel Museo Archeologico di Teano dove venne sottratta di una lucerna in terracotta apposta su una tomba cappuccina. I militari risalirono ai responsabili di quel furto compiuto il 13 gennaio 2016 ad opera di Antonio Pane, Domenico De Biasio e di una ragazzina che venne impiegata per un altro furto di reperti archeologici consumatosi presso il Teatro Romano di Teano.

Seguendo gli imputati scoprirono il sistema di furti non solo di opere antiche ma anche di porte, sedie e attrezzature da giardinaggio, nonché il meccanismo di vendita illegale a professionisti e le varie correlazioni con gli altri imputati. A casa del sanitario Autieri i carabinieri rinvennero circa 170 reperti depredati dal Teatro Romano e dal Museo Archeologico di Teano.

Al seguito di un blitz a casa del legale Mastrostefano venne rinvenuto un busto maschile in marmo di epoca romana e nella casa paterna circa 33 opere perlopiù funerarie. Le opere sequestrate di verosimile interesse archeologico avevano un valore di mercato pari a 500.000 euro.

Nella difesa sono impegnati gli avvocati Paquale Rocco, Ciro Balbo, Ignazio Maiorano, Francesca Grazia Forte, Giovanni Scoglio.

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