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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Duplice omicidio di camorra, il ras si difende: "Ero a lavoro in un ristorante"

A parlare Corrado De Luca, luogotenente del boss Iovine, accusato di concorso esterno per il delitto

"Non c'entro niente con l'omicidio di Sebastiano Caterino. Ho chiuso con quella vita e già all'epoca dell'omicidio io ero a Roma dove lavoravo in un ristorante. Non ho mai partecipato a nessun appostamento per togliere di mezzo Sebastiano Caterino".Sono le dichiarazioni rese da Corrado De Luca ai giudici della Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere nel processo per il duplice omicidio di Sebastiano Caterino e di suo nipote Umberto De Falco, avvenuto il 31 ottobre 2003 in via dei Romani, a Santa Maria Capua Vetere.

Dinanzi alla Corte d'Assise presieduta dal giudice Roberto Donatiello con a latere Honoré Dessì sono finiti Corrado De Luca, luogotenente del boss Antonio Iovine, accusato di concorso esterno in omicidio poiché avrebbe preso parte ad un appostamento finalizzato ad eliminare Sebastiano Caterino, e la famiglia Moronese (Sandro, Agostino e Raffaelina Nespoli) che avrebbe fornito al gruppo di fuoco la propria abitazione per compiere il duplice omicidio. L'imputato De Luca si è quindi difese dalle accuse contestate dal Sostituto Procuratore Simona Belluccio della Dda di Napoli sottolineando la sua estraneità ai fatti e che " i collaboratori di giustizia lo avessero messo in mezzo ma non è vero nulla".

Secondo quanto ricostruito dalla Dda, verso le 11:40 del 31 ottobre del 2003 vennero crivellati con 50 colpi di arma da fuoco Sebastiano Caterino e suo nipote Umberto De Falco a bordo di una Volkswagen Golf GTI condotta da Caterino. La marcia della vettura venne arrestata da due Alfa Romeo, una guidata da Enrico Martinelli e l'altra a bordo della quale c'era il commando killer a cui avrebbero preso parte Pasquale Spierto e Bruno Lanza (che hanno proceduto con rito abbreviato) che esplose 50 colpi di arma da fuoco (37 proiettili calibro 5,56 e 13 calibro 12) all'indirizzo delle vittime. Per Caterino non ci fu scampo: morì crivellato di colpi. Il nipote Umberto De Falco venne ferito gravemente per poi morire qualche ora dopo l'agguato in ospedale.

L'ordine di condanna a morte per Sebastiano Caterino e suo nipote arrivò dalla cupola casalese, ovvero da Antonio Iovine, Michele Zagaria, Giuseppe Caterino, Francesco Schiavone alias Cicciariello, che hanno proceduto per la medesima imputazione con rito abbreviato insieme a Giuseppe Misso, Nicola Panaro, Bruno Lanza, Enrico Martinelli, Claudio Giuseppe Virgilio.ai giudici della Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere nel processo per il duplice omicidio di Sebastiano Caterino e di suo nipote Umberto De Falco, avvenuto il 31 ottobre 2003 in via dei Romani, a Santa Maria Capua Vetere. Si torna in aula ad ottobre per l'esame dei testi della difesa di Corrado De Luca.Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Paolo Raimondo, Giuseppe Stellato, Domenico Della Gatta per gli imputati; Giuseppe Conte, Carlo Iorio, Mauro Iodice, Luigi Trocciola per le costituite parti civili.

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