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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Latte dei Casalesi, l'imprenditore si difende: "Non sapevo che erano del Clan"

Il professionista in aula rifiutò l'offerta di Nicola Capaldo di farsi garante

“Vennero nel mio stabilimento a Castellammare di Stabia e mi dissero che c’erano 8 ragazzi che avevano bisogno di lavorare. Erano quelli della Cooperativa Santa Maria srl che erano fuoriusciti dalla Euromilk srl. Mi dissero che non volevano restare fermi dopo il provvedimento che aveva colpito la società e mi chiesero se potevo assumerli". Sono le dichiarazioni rese da Adolfo Greco, imprenditore stabiese, nel processo sul business del latte dei Casalesi che si sta celebrando dinanzi alla prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere con a latere, Francesco Maione e Patrizia Iorio.

"Io dissi loro che ci avrei pensato e nel frattempo mi informai. La Euromilk aveva con noi un debito di 2 milioni di euro - prosegue l'imputato - la Parmalat mi disse che non poteva accollarsi il debito e che avrebbe mandato la revoca della concessione alla Euromilk. Solo quando la Parmalat mi disse che stava formalizzando il contratto con la Cooperativa Santa Maria mi autorizzò a dare loro il latte per la vendita sul territorio. Seppi dopo che dietro ai ragazzi della Cooperativa c’erano Nicola e Filippo Capaldo. Io ebbi modo di parlare con Nicola in un paio di occasioni. Non abbiamo mai fatto accordi illeciti. Una volta l’amministratore Gianfranco Costanzo era in ritardo nei pagamenti, venne da me con Nicola Capaldo cercando di temporeggiare. Capaldo si offrì di riparare lui al ritardo e io rifiutai”.

Sotto processo sono finiti oltre a Greco, i funzionari Parmalat Antonio Santoro, di Casagiove, e Lorenzo Vanore, di Caserta. Coinvolti nell’inchiesta della Dda Nicola e Filippo Capaldo, nipoti del boss Michele Zagaria e Teresa Zazzaro che hanno scelto il rito abbreviato.

Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, Greco, i nipoti del boss Zagaria e i dirigenti locali Parmalat avrebbero fatto in modo che la ditta di distribuzione Euromilk, sotto altre forme societarie, continuasse ad avere rapporti con la Parmalat (che non risulta coinvolta in questo procedimento) malgrado il sequestro disposto nell'ambito di un'altra inchiesta. In questo modo sarebbero continuati i guadagni per i fratelli Capaldo, i quali hanno continuato ad avere il controllo della distribuzione del latte in Campania anche grazie all'aiuto fornito da Adolfo Greco.

Sarebbe stato lui, infatti, per la Procura antimafia, a consigliare ai nipoti di Zagaria (figli di sua sorella Beatrice) di costituire una cooperativa di lavoratori - la Santa Maria, poi trasformata in srl - alla quale far "ereditare" i contratti che Euromilk aveva con Parmalat. Accordi che sarebbero stati portati avanti malgrado il sequestro e l'amministrazione giudiziaria. Per agevolarli, secondo la Dda, Greco avrebbe concesso loro il latte da distribuire praticamente a prezzo di costo, per un paio di mesi. Soldi che poi gli sarebbero stati corrisposti solo diverso tempo dopo.

Si torna in aula nel mese di maggio per la requisitoria del sostituto procuratore Maurizio Giordano. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Giuseppe Stellato, Nello Sgambato, Angelo Raucci, Ferdinando Letizia, Pasqualino De Lucia, Giuseppe Sparaco, Ettore Stravino e Vincenzo Maiello.

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