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Cronaca

Appalto truccato in Comune, Grillo si autoaccusa. Spuntano le lettere dal carcere all’amante

L'imprenditore: "Vacanze pagate a Ferraro e Gambardella". Ma dopo l'appalto nessun pagamento come testimoniato da Assunta Mincione

E’ durato circa tre ore l’esame di Angelo Grillo questo mattina collegato in videoconferenza dal carcere di Sassari dove è recluso. L’imprenditore di Marcianise, nel corso dell’ultima udienza, aveva chiesto di essere sentito come testimone, aprendo quasi ad una possibile collaborazione con la Dda dopo aver ammesso i reati per cui oggi si trova sotto processo insieme con l’ex assessore del Comune di Caserta Enzo Ferraro, l’ex dirigente dell’Ente Giuseppe Gambardella ed un’altra decina di imputati.

La questione riguarda la turbativa d’asta e la corruzione che avrebbe permesso a Grillo di aggiudicarsi l’appalto del trasporto disabili dell’ambito socio sanitario di cui era capofila proprio il Comune Capoluogo. Grillo (che stamattina ha ufficializzato la nomina del nuovo avvocato Giuseppe Tessitore), nel corso dell’esame da parte del magistrato della Dda Luigi Landolfi, ha ammesso le sue colpe, affermando di aver iniziato a lavorare al Comune di Caserta con l’affidamento del servizio di pulizia del Belvedere di San Leucio e di aver allacciato contatti con Enzo Ferraro “per tenermelo buono” in vista di una possibile gara pluriennale. Il tutto sarebbe avvenuto tramite una consulenza da mille euro poi “interrotta dopo 2-3 mesi - racconta Grillo- perché mio figlio mi disse che non ci conveniva”.

L’appalto per la gestione del trasporto disabili, invece, arriva più tardi ed il tramite è Gaetano Barbato (già condannato col rito abbreviato) che Grillo assume prima alla New Splash affidandogli la responsabilità delle pulizie alla clinica Pineta Grande ma che poi va a lavorare all’ambito socio sanitario. “Mi disse - ha raccontato Grillo - che ci era riuscito grazie all’amicizia con Vincenzo Ferraro”. E proprio Barbato avrebbe suggerito all’imprenditore di Marcianise (“dopo aver lavorato insieme, siamo diventati amici” ha sottolineato) di entrare come socio nella cooperativa che gestiva il trasporto disabili a Caserta “visto che il gruppo che c’era non riusciva a garantire il pagamento degli stipendi. Facemmo una specie di subappalto e Gambardella si tratteneva il 10% del contratto mensile”.

Poi arriva il tempo della nuova gara e qui Grillo afferma di essersi rivolto, sempre tramite Barbato, a Giuseppe Gambardella e Vincenzo Ferraro (presente in aula con la famiglia). “Chiesi loro se potevo partecipare alla gara con la cooperativa Voglia di Vivere, avendo dubbi sui requisiti, e mi dissero di non preoccuparmi. Io allora pensai che mi avrebbero fatto vincere la gara”. Di fatto Grillo ottenne l’affidamento del servizio che ammontava a 150mila euro all’anno, ma non ha specificato di aver mai dato soldi per l’appalto o, così come era emerso dalle indagini, anche per vedersi liquidare i soldi dal Comune.

“Ho pagato delle vacanze a Ferraro e Gambardella, siamo andati a Sharm El Sheik, ma non dopo la gara” ha sottolineato Grillo, aggiungendo di aver solo recapitato dei cesti per Natale all’ex assessore del Comune di Caserta ed al dirigente Gambardella. In precedenza, ha specificato, “ho dato anche soldi per la campagna elettorale di Ferraro alle amministrative” ma poi, dal 2012 al 2013, fino all’arresto avvenuto il 7 novembre, “la gestione è stata affidata completamente ad Assunta Mincione”, la sua segretaria con la quale Grillo ha ammesso esserci stata una relazione, “al punto da aver litigato anche con mia figlia che se ne andò di casa”. La Mincione, che è stata ascoltata nell’udienza precedente, aveva però asserito che dopo l’appalto sarebbero stati pagate tangenti a Gambardella e Ferraro per poter ottenere, successivamente all’affidamento del servizio, anche la liquidazione delle somme, fatti non confermati da Grillo, che ha svelato di aver scritto dal carcere delle lettere ala stessa Mincione, alla compagna (Anna Lauritano) ed altri suoi dipendenti per dare indicazioni, dopo il suo arresto, su come gestire le società e come portarle avanti. E proprio sulla gestione della cooperativa Voglia di Vivere, Grillo ha sottolineato che la stessa “è stata portata avanti da Barbato, che aveva anche tutti i documenti”.

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