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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca San Felice a Cancello

Droga dei 'Cervinari', due imputati: "Siamo spacciatori, non c'entriamo nulla con l'associazione"

Morgillo e Pelaggi hanno reso spontanee dichiarazioni negando il vincolo associativo

"Non ho niente a che vedere con questa storia, sono uno spacciatore ed andavo dove la droga era buona ed il prezzo conveniente, con Piscitelli non ho creato nessuna associazione, l'ho visto solo una volta poi mai più visto". Sono le spontanee dichiarazioni rese da Gennaro Morgillo nel corso dell’udienza celebrata dinanzi alla seconda sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta da Antonio Riccio - con a latere i giudici Alessandra Cesare e Francesca Auriemma – nel processo a carico di 8 persone coinvolte nella maxi inchiesta sul monopolio della droga gestito da Filippo Piscitelli, alias 'o Cervinaro, nell'area della Valle di Suessola (Arienzo, Cervino, San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico), oltre che nelle province di Benevento e Napoli. 

L'imputato ha negato il vincolo associativo con a capo o' Cervinaro. Dello stesso tenore le dichiarazioni rese da Clemente Pelaggi che ha ribadito "io non ho nulla a che fare con queste persone, li conosco perché siamo dello stesso paese e quando sono stato arrestato in flagranza la droga io la prendevo altrove". Sono state acquisiti i verbali di interrogatorio resi al gip dagli altri imputati. Si torna in aula a maggio per una ricognizione degli atti processuali.

Sono finiti sotto processo Antonio Papa, Nicola Amato, Annunziata Floriano, Gennaro Morgillo, Anna Papa, Clemente Pelaggi, Umberto Zampella, Daniele Rivetti.

Gli 8 imputati che hanno scelto il rito ordinario (altri 30 scelsero il rito abbreviato) furono destinatari di altrettanti provvedimenti cautelari emessi dal tribunale di Napoli nell’aprile 2022 poiché ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio. Dalle indagini risultò che il gruppo criminale era collegato al clan Massaro e gestiva in maniera monopolistica il traffico di droga. L’attività investigativa, avviata dall’ottobre 2018 al maggio 2020, condotta attraverso un’ampia piattaforma tecnica e una mirata attività esterna di riscontro da parte degli uomini del nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Caserta accertò, l’operatività del gruppo criminale. E’ stato individuato sia il vertice sia le articolazioni periferiche del sodalizio, quest’ultime deputate allo spaccio al dettaglio che avveniva mediante una capillare distribuzione sul territorio di diverse piazze di spaccio, ciascuna affidata a un sodale con l’obbligo di rifornirsi presso i canali di approvvigionamento indicati dal vertice criminale. E’ stato documentato come il gruppo per affermare la supremazia sull’area di influenza, ma soprattutto allorquando emergevano criticità per il recupero crediti dai gestori di piazze di spaccio da loro rifornite, non abbia esitato a fare ricorso a minacce armate, violenti pestaggi e atti incendiari.

Nel corso dell’attività sono stati recuperati 200 grammi di hashish, 350 di cocaina, 1 pistola marca Beretta cal. 7,65 nonché segnalati alle Prefetture numerosissimi assuntori di stupefacenti. Infine è stata appurata l’esistenza di una riservata rete telefonica costituita da cellulari “dedicati”, che consentiva le comunicazioni tra alcuni indagati e loro familiari ristretti in strutture carcerarie.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Romolo Vignola, Carlo Perrotta, Stefano Melisi, Clemente Crisci, Igino Nuzzo, Alfonso Iovino, Michele Di Fraia.

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