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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

Soldi dei Belforte al "Centro Vanvitelli", giudici vogliono vederci chiaro sui permessi

Colpo di scena prima della sentenza. Disposta l'escussione del consulente Gianpaolino dopo l'accesso agli atti in comune

Accesso agli atti e citazione del consulente tecnico della Dda sulla legittimità dei permessi a costruire. È stato questo il colpo di scena verificatosi nel processo sulle infiltrazioni del clan Belforte nella realizzazione del plesso residenziale "Centro Direzionale Vanvitelli" di Marcianise.

Dopo la conclusione delle arringhe dei difensori, tutti erano in attesa del verdetto ma il presidente Loredana Di Girolamo, della seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere (a latere Valeria Maisto e Federica Villano), ha disposto una integrazione istruttoria. Al collegio occorre fare chiarezza sulla validità di alcuni permessi a costruire tanto da disporre un accesso agli atti del Municipio marcianisano nonché l'escussione del consulente nominato dalla Dda partenopea, Gianpaolino. Si torna in aula ad aprile.

Sotto processo ci sono Gennaro Buonanno, Bruno Buttone,Claudio Buttone,Luca Di Fuccia, Luigi Franzese, Angelo Grillo, Pasquale Lombardo, Delia Di Paolo, Augusto Di Pascale, Angelo Piccolo, Francesco Picone, Fabio Raucci, Fulvio Tartaglione, Sandra Tassieri. Gli imputati vennero coinvolti nel 2014 in una indagine della guardia di finanza coordinata dalla Dda e per gli inquirenti, in un arco temporale dal 1995 al 2010, si sarebbero resi responsabili, a vario titolo, di abusivismo edilizio, riciclaggio, reimpiego di ingentissime somme di denaro tutti aggravati dalla finalità dell'agevolazione del gruppo camorristico Belforte detti "Mazzacane".

Secondo l'antimafia, infatti, il clan Belforte avrebbe investito ingenti somme di denaro, riciclando massicce risorse finanziarie frutto delle sue attività criminali. Ad elementi vicini al clan sarebbe riconducibile il complesso residenziale "Centro Direzionale Vanvitelli", che sarebbe stato finanziato, inizialmente, direttamente dai capi del clan attraverso l'acquisizione e la demolizione di una vecchia fabbrica dismessa. Su quell'area è sorto il centro costruito anche attraverso illegittime autorizzazioni concesse da tecnici e professionisti compiacenti. Nel corso della sua requisitoria il pm della Dda Luigi Landolfi ha chiesto 8 condanne invocando per i dirigenti ed i tecnici coinvolti la prescrizione con esclusione dell'aggravante della finalità mafiosa. 

Nel collegio difensivo sono impegnti gli avvocati Giuseppe Stellato e Giovanni  Goffredo Grasso, Nello Sgambato, Mariano Omarto, Luca Viggiano, Giuseppe Foglia, Massimo Trigari, Antonello Fabrocile, Paolo Caterino, Nicola Bovienzo, Giovanna Romano, Umberto Elia, Gabriele Amodio, Luigi Trocciola, Carmine Mormonile, Gerardo Tommasone, Daniele Rienzo.

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