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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Parete

Disastro ambientale alla Resit: processo verso la fine

Il procuratore generale si prepara a chiedere le condanne per lo scempio della discarica

Volge alle battute finali il processo d'Appello per il disastro ambientale alla Resit di Parete. Stamattina si è assistito solo ad un mero rinvio del processo con gli imputati che torneranno in aula fra meno di due settimane per ascoltare la requisitoria del procuratore generale. 

Il processo d'Appello ha visto la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale, con la nomina di un collegio di consulenti tecnici nelle discipline afferenti in grado di giudicare il metodo adoperato dagli organi istituzionali (Istituto Superiore della Sanita', Sogesid/Commissariato di Governo, Arpac) in rapporto alla assenza di compromissione ambientale, in conflitto con quanto asserito dal consulente della Procura. Lavoro che si è concluso a marzo con la consegna della perizia che conferma il danno ambientale. "Si ritiene - scrivono i consulenti del giudice nelle 84 pagine della perizia depositata agli atti - che l’attività di ricezione e smaltimento dei rifiuti sversati nel corso degli anni, verificata anche la natura pericolosa - tossica e/o nociva - di alcuni di essi abbia effettivamente prodotto un danno all’ambiente".

In primo grado sono stati condannati a 20 anni di carcere Cipriano Chianese, avvocato e imprenditore del settore rifiuti ritenuto l'inventore delle traffico di rifiuti con smaltimenti illegali per conto dei Casalesi; a 5 anni e sei mesi l'ex sub commissario di governo per l'emergenza in Campania, Giulio Facchi; a 16 anni Gaetano Cerci; e a 5 e 6 anni i fratelli Elio, Generoso e Raffaele Roma, imprenditori del settore.

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