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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

"Pressioni dal padre dell'affiliato per rinunciare a 80mila euro"

Il proprietario del parcheggio dei mezzi di Eco4 conferma le dichiarazioni rese ai carabinieri

Non ricordava quasi nulla sulle pressioni da parte di persone vicine al clan dei Casalesi che lo avrebbero costretto a rinunciare ad un credito di 80mila euro. 

E' stata un'udienza caratterizzata da una serie di amnesie e contestazioni quella celebrata dinanzi al collegio presieduto dal giudice Giovanni Caparco, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nel processo che vede alla sbarra Sergio ed Adolfo Orsi, rispettivamente padre e figlio, Antonio Mone, di Alife, Enzo Papa, ex poliziotto di Grazzanise, Francesco Salzano ed Ugo Di Puorto, questi ultimi due accusati di estorsione. 

Sul banco dei testimoni è finito il proprietario dell'area di Falciano del Massico dove, a partire dal 2004, venne realizzato un piazzale per i mezzi della nettezza urbana di Eco4. "Venne effettuato un sopralluogo a cui partecipò anche un consigliere comunale", per realizzare un piazzale per i mezzi per la raccolta dei rifiuti della Eco4. Parcheggio che venne, di fatto, avviato con i mezzi che vennero messi in quell'area. 

Passano due anni ed i conti non tornano. "Non ricevevo i soldi dell'affitto - ha spiegato - Volevo che il mio terreno venisse liberato. Andai lì ma trovai solo alcuni mezzi che erano stati abbandonati". E' qui che sarebbe entrato in scena Ugo Di Puorto, padre di Sigismondo Di Puorto legato al clan dei Casalesi. "Lo conoscevo perché è di San Cipriano d'Aversa come me e frequenta la piazza vicino al mio ufficio. Inoltre il figlio, Salvatore, ha sposato una mia cugina".

"Ricordo che - ha detto il testimone confermando le dichiarazioni rese nel 2016 ai carabinieri - Di Puorto mi disse che mi avrebbero telefonato i proprietari dei mezzi che sapevo essere gli Orsi. Di Puorto mi disse che i mezzi erano degli Ordi e che dovevo vigilarli per evitare che venissero asportati perché dovevano ritirarli loro. Gli risposi che io dovevo ricevere ancora la somma di 80mila euro ed Ugo Di Puorto mi riferì che per il pagamento se ne sarebbe parlato in tempi successivi e che io dovevo restituire i mezzi agli Orsi. I mezzi venne a prenderli un ragazzo delegato da Adolfo Orsi mentre io quei soldi non li ho mai avuti". Mai avuti ma anche "mai richiesti - ha chiarito - Perché sapevo chi erano i Di Puorto ed io volevo stare tranquillo. Mi interessava solo riavere il mio terreno". 

Dichiarazioni che, come contestato dall'avvocato Carlo De Stavola, difensore degli Orsi, andrebbero in contraddizione con quanto riferito, nell'ambito dello stesso processo dal collaboratore di giustizia Benito Natale che riferì che sul deposito c'erano solo mezzi bruciati ed una carcassa di un mezzo per la nettezza urbana mentre il testimone ha parlato di "15-20 mezzi parcheggiati e 4-5 bruciati in seguito ad un incendio verificatosi sul piazzale". Sul collaboratore di giustizia il testimone ha riferito: "Non lo conosco". Inoltre ha anche ammesso che da parte di Ugo Di Puorto, difeso dall'avvocato Giuseppe Stellato, non ci sarebbero state minacce. 

Il processo è stato rinviato a maggio per il prosieguo dell'istruttoria dibattimentale. Nel collegio difensivo sono impegnati, inoltre, gli avvocati Rocco Trombetti, Paolo Raimondo e Francesco Parente

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