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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Marzano Appio

Poliziotta uccisa nel primo giorno di chemioterapia: il collega killer non accettava fine loro relazione

Pier Paola Romano dopo la scoperta della malattia si era riavvicinata al marito

Accanto al corpo di Pier Paola Romano, poliziotta di 58 anni originaria di Marzano Appio uccisa a Roma dal collega Massimiliano Carpineti, poi suicidatosi, c'erano i moduli dell'Asl per la prima seduta di chemioterapia. E' questo uno degli aspetti più tragici del dramma della Torraccia, quartiere della Capitale abitato prevalentemente da militari ed appartenenti alle forze dell'ordine. 

La relazione tra vittima ed assassino

Secondo quanto ricostruito da RomaToday, Paola, come tutti la conoscevano, aveva conosciuto Carpineti, anch'egli agente di polizia, all’Ispettorato della Camera dei deputati, dove entrambi lavoravano. Tra i due ci sarebbe stata una relazione che sarebbe andata oltre l'amicizia tra colleghi. 

La scoperta della malattia

Di recente la sovrintendente della polizia aveva scoperto di essere affetta da un cancro. Negli ultimi tempi si sarebbe così riavvicinata al marito decidendo di interrompere quella storia extraconiugale. Giovedì la 58enne era scesa dalla sua abitazione di via Rosario Nicolò per recarsi in ospedale ed iniziare le cure. Cure di speranza alle quali non arriverà mai.

L'omicidio

Ad attenderla nell'androne del palazzo c'era Carpineti. Il 48enne di Cori ha estratto fuori la pistola d'ordinanza che aveva con sè ed avrebbe fatto fuoco. Paola è stata ferita due volte al petto, poi alla nuca. Una vera e propria esecuzione. L'ennesimo femminicidio nel giorno del ritrovamento del corpo di un'altra vittima, Giulia Tramontano uccisa dal suo compagno mentre era incinta di 7 mesi. 

Il suicidio

Carpineti, dopo l'omicidio, si è allontanato a bordo di una Chevrolet bianca. Ha raggiunto un parcheggio a circa 200 metri dal luogo dove giaceva Paola. Ha preso nuovamente la pistola, se l'è puntata al mento ed ha premuto il grilletto. La polizia e la procura stanno indagando per capire se in via Rosario Nicolò i due avessero un appuntamento oppure se l'uomo si fosse presentato sotto casa della collega di tredici anni più grande, senza avvertirla. Una giornata di sangue, un ennesimo femminicidio, sul quale restano ancora diversi aspetti da chiarire. Nessun biglietto, nessun messaggio da parte dell'assassino. Resta la tragedia. 

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