rotate-mobile
Cronaca Casal di Principe

Pizzo e droga dei Casalesi: gli arrestati davanti al giudice

Tra silenzi ed accuse respinte sono cominciati gli interrogatori di garanzia a carico degli indagati

Sfilano davanti al gip i 17 arrestati nell'ambito dell'inchiesta sul gruppo del clan dei Casalesi formato da "figli d'arte" e "vecchie volpi", accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione, spaccio di droga e sfruttamento della prostituzione.

Scena muta per Giacomo Capoluongo, difeso dall'avvocato Davide De Marco, ritenuto il cassiere del clan. Secondo quanto riferito da Cronache di Caserta stessa scelta sarebbe stata adottata da Nicola Fruguglietti, Mariano Folliero, Pasquale Foria (difeso dall'avvocato Mirella Baldascino), Salvatore Della Volpe. 

Fidai Neziri, albanese accusato di sfruttamento della prostituzione, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato spontanee dichiarazioni con cui ha respinto gli addebiti e la conoscenza di Salvatore Orabona, collaboratore di giustizia le cui dichiarazioni sono tra le principali fonti di prova dell'inchiesta della Dda. E' difeso dall'avvocato Fabio Della Corte. 

Hanno invece risposto alle domande del magistrato respingendo le accuse Arcangelo D'Alessio e Manuele Verde. Nel collegio difensivo sono inoltre impegnati gli avvocati Generoso Grasso, Gabriele Piatto e Carmine D'Aniello.

Tre i filoni d'indagine, con un unico filo conduttore, finiti nelle pagine dell'ordinanza di custodia cautelare redatta dal gip Pietro Carola del tribunale di Napoli. Il primo riguarda le nuove leve del clan Schiavone e la ripresa delle attività estorsive, la maggior parte delle quali nei canonici periodi di Natale e Ferragosto, ai danni delle attività commerciali ed imprenditoriali dell'agro aversano, tra Aversa, Trentola Ducenta e Lusciano. Tra le richieste di pizzo anche quella da 60mila euro posta in essere da Salvatore Orabona, oggi collaboratore di giustizia, ai danni di un impenditore edile. 

L'altro filone d'indagine, invece, riguarda lo spaccio di sostanze stupefacenti, tra le province di Caserta (A Trentola Ducenta, San Marcellino e Parete) e Napoli, con i rifornimenti di droga - marijuana, cocaina ed hashish - che arrivavano dall'albania. Ed albanesi erano anche gli sfruttatori di alcune prostitute tra Maddaloni, Qualiano ed in provincia di Napoli. 

Complessivamente sono 49 gli indagati tra cui spicca Ivanhoe Schiavone, figlio del capoclan Sandokan. E' accusato di intestazione fittizia di beni. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pizzo e droga dei Casalesi: gli arrestati davanti al giudice

CasertaNews è in caricamento