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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Cipriano d'Aversa

Pizzo di Ferragosto, titolare caseificio 'mediatore' tra l'imprenditore e gli esattori del clan

L'imprenditore taglieggiato incontra Palummiello e i suoi sodali fuori al cimitero. La richiesta in cantiere: "Dici al masto di mettersi a posto"

La richiesta di pizzo al cantiere "subappalto" ad Aversa in via Giotto; la volontà di capire cosa stesse accadendo, l'aiuto dell'amico aversano titolare di un caseificio, l'intercessione con gli estorsori, la trattativa estorsiva ad un minor prezzo rispetto a quello pattuito e la dazione di denaro in due trance a distanza di 15 giorni l'uno dall'altra per "gli amici di Casale".

Sono questi gli ulteriori elementi dell'indagine degli uomini della Squadra Mobile della Questura di Caserta coordinati dalla Dda di Napoli che hanno portato al fermo per estorsione aggravata dal metodo mafioso a carico di Nicola Pezzella alias Palummiello, Giuseppe Diana alias o'ciuciaro e Antonio Barbato. Le indagini degli uomini della Squadra Mobile casertano sulla vicenda estorsiva ai danni dell'imprenditore di Quarto nel ramo delle costruzioni residenziali traggono origine dal racconto di una fonte confidenziale che riferiva ai poliziotti di una vicenda estorsiva non meglio precisata in cui era coinvolto il titolare di un caseificio di Aversa. Sentito dagli inquirenti quest'ultimo racconta la vicenda dell'amico di Quarto che aveva subito un approccio estorsivo. Il titolare del caseificio (che non è indagato al momento) riuscì a individuare gli estorsori e procurò all'amico di Quarto un appuntamento con loro in un bar a Casal di Principe. Seppe poi dall'amico che questi aveva versato a Nicola (Pezzella) la somma di 8.000 euro.

Escusso il 28 luglio scorso l'imprenditore edile di Quarto questi riferì ai poliziotti che nel maggio scorso un suo collaboratore era stato avvicinato da tre persone sul cantiere aperto dalla sua società di costruzioni residenziali in via Giotto ad Aversa che riferirono al ragazzo "dic o mast che si deve mettere a posto". Reso edotto dall'operaio dell'accaduto l'imprenditore di Quarto aveva capito di essere destinatario di una richiesta estorsiva e non essendo aversano si era rivolto all'unica persona che conosceva sul territorio per meglio comprendere. Si rivolse così al titolare del caseificio chiedendogli di interloquire con gli estorsori. Tra questi Nicola Pezzella, persona di Casal di Principe scarcerato dopo un lungo periodo di detenzione che stava imponendo le sue regole sul territorio. L'amico gli procurò un appuntamento con gli estorsori fuori al cimitero di Casal di Principe e lo accompagnò.

L'imprenditore taglieggiato incontrò tre persone: la prima sui 60 anni che gli aveva chiesto il pagamento di 15/20.000 euro per "gli amici di Casale" (Giuseppe Diana); la seconda con cui aveva intavolato la trattativa per pagare la minor somma di 8.000 euro giustificando che egli era subappaltatore dei lavori di via Giotto ad Aversa e che gli aveva accordato lo 'sconto' di 4000 euro (Nicola Pezzella); la terza "che pareva il più buono di tutti" era presente all'incontro e non aveva parlato pur avendo ascoltato il colloquio estorsivo (Antonio Barbato). L'imprenditore aveva poi consegnato in due occasioni a distanza di 15 giorni la somma oggetto dell'estorsione.

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