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Pizzo alle imprese dai 500 ai 3mila euro: 10 arresti nell'agro aversano

Aversa - Nelle prime ore della mattinata odierna, nella provincia di Caserta, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa stanno eseguendo un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della...

Nelle prime ore della mattinata odierna, nella provincia di Caserta, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa stanno eseguendo un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 10 indagati ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'indagine, ha consentito, tra l’altro, di fare luce su numerosi episodi di estorsione perpetrati in danno di diversi operatori economici, realizzati attraverso la pretesa di somme di denaro comprese tra i 500 e i 3.000 Euro, in prossimità delle canoniche festività di Natale, Pasqua e Ferragosto.

L’attività d’indagine di cui all’odierna operazione eseguita dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa, guidati dal Ten. Col. Vittorio Carrara, è stata coordinata dai Magistrati della DDA di Napoli, Procuratore Capo Giovanni Colangelo, Procuratore Aggiunto Giuseppe Borrelli e dai Sostituti Catello Maresca, Alessandro D’Alessio e Cesare Sirignano. Quest’ultimo allo stato Sostituto Procuratore della DNA.

Di seguito la nota stampa diffusa dalla Procura: "Nelle prime ore della mattina odierna, nelle province di Caserta, Napoli, Benevento, Teramo, Frosinone, Agrigento e Pavia, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia, personale del Reparto Territoriale di Aversa (CE) ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, nei confronti di 10 indagati (9 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p. ed estorsione (art. 629 0. p. ) aggravata dal metodo mafioso (art. 7 L. 203/91).

L'indagine, condotta dal citato Reparto dal 2010 al 2014, attraverso attività tecniche e dinamiche, come ritenuto dal G.I.P. nell’ordinanza di custodia cautelare, consentiva di: attribuire i ruoli dei singoli affiliati all’interno del sodalizio criminale del clan “dei Casalesi fazione Bidognetti, referenti per i Comuni di Lusciano, Parete e Cesa (CE); fare luce su numerosi episodi di estorsione aggravata, perpetrati in danno di diversi operatori economici (imprenditori nel settore edile, titolari di supermercati, imprenditori operanti nel settore degli addobbi/luminarie per la celebrazione di feste pubbliche). Le estorsioni accertate, che consistevano nella dazione di somme di denaro comprese tra i 500 e i 3.000 Euro, abbracciano un periodo compreso tra il settembre 2007 e la fine del 2011. Le indagini permettevano di ricostruire a ritroso episodi estorsivi dapprima non denunciati dalle parti offese, ma in seguito da queste confermati di fronte alle evidenze raccolte dalla polizia giudiziaria. Di grande importanza per la ricostruzione degli episodi estorsivi anche alcune captazioni ambientali dei colloqui in carcere tra due indagati, uno dei quali all’epoca detenuto.

Le attività investigative, dapprima focalizzate sul pregiudicato di Parete, CHIANESE Francesco, considerato all’epoca il referente locale del clan dei Casalesi nel settore delle estorsioni, coinvolgevano altri individui a quest’ultimo collegati, permettendo, tra l’altro, di evidenziare la figura del figlio CHIANESE Pietro che, con il pregiudicato paretano DI SARNO Vincenzo, cognato del noto capo clan CANTONE Raffaele, vessava gli imprenditori della zona (in particolare nei Comuni di Parete, Lusciano e Trentola Ducenta), sottoponendoli a pressanti richieste di denaro, specialmente in prossimità delle canoniche scadenze di Natale, Pasqua e Ferragosto.

Il CHIANESE Pietro e DI SARNO Vincenzo già nel marzo 2010 venivano raggiunti da un decreto di fermo emesso da questa D.D.A., per un’estorsione commessa ai danni del titolare di un’impresa di imballaggi con sede in Parete".

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