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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Cipriano d'Aversa

Falsi attestati di residenza trovati in un tombino a casa del sedicente commercialista

I richiedenti i permessi di soggiorno rivelano l'agenzia di Ciervo e mostrano il biglietto da visita che fa scattare il blitz

Quando si è trovato la polizia in casa ha cercato di occultare le pratiche per i permessi di soggiorno in un tombino. Giuseppe Ciervo, il sedicente commercialista arrestato dai carabinieri, ha un ruolo fondamentale nel sodalizio guidato da Pietro Di Dona, di San Cipriano d'Aversa, che si occupava di produrre documentazione falsa per il rilascio dei permessi di soggiorno.

Proprio della produzione degli atti si occupa il ragionier Giuseppe Ciervo. Lo schema è quello usato per le patenti false. Carmine Riccardo e Francesco Di Nardo fanno da intermediari con il vertice Pietro Di Dona mentre Ciervo predispone materialmente la documentazione necessaria, principalmente attestati di residenza e di lavoro. 

Documenti che all'apparenza sembrano regolari al punto da trarre, almeno in un primo momento, in inganno gli esperti dipendenti dell'ufficio immigrazione della Questura di Caserta che rilasciano i permessi di soggiorno ai richiedenti. Solo successivamente gli stessi ispettori si accorgono della falsità della documentazione prodotta in quanto i richiedenti risultano tutti provenire dagli stessi Comuni (i certificati di residenza recano i timbri 'falsi' degli Enti).

Così scatta un primo controllo. Gli stranieri vengono sentiti negli uffici della Questura. Uno di loro riferisce di essersi rivolto ad un'agenzia per di disbrigo pratiche di tale 'Peppe'. Dai pantaloni tira fuori un biglietto da visita: "Rag. Ciervo Giuseppe". Gli ispettori dell'Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta vanno a casa del professionista. E' il 30 luglio 2019. Gli indagati già sospettavano di essere al centro di un'indagine. Per questo Ciervo aveva provato a disfarsi di documenti 'compromettenti'. Durante la perquisizione, però, gli agenti trovano in un tombino frammenti cartacei di certificati di residenza. Tutto viene posto sotto sequestro. 


 


 

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