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Cronaca Casal di Principe

Il pentito Schiavone inguaia anche il fratello

Il primogenito di Sandokan racconta il nuovo assetto: "Reggente dopo il mio arresto"

Di padre in figlio ed ancora di figlio in figlio. La reggenza all'interno del gruppo Schiavone del clan dei Casalesi era una faccenda dinastica, tutta interna alla famiglia del capoclan Francesco Schiavone detto Sandokan. A lui, alla guida del gruppo dominante del clan dei Casalesi, nel 2004 ci fu suo figlio, Nicola. E proprio Nicola Schiavone, oggi collaboratore di giustizia, ha rivelato ai magistrati l'assetto del sodalizio dopo il suo arresto, avvenuto nel 2010, accusando suo fratello Carmine Schiavone, arrestato nel 2013.

Poche ma significative righe, contenute in un verbale dello scorso luglio, quelle in cui Nicola Schiavone parla dei nuovi ruoli apicali e del nuovo assetto "gerarchico" degli Schiavone. Il maggiore dei figli di Sandokan rivela "mio fratello Carmine ha avuto effettivamente per un breve periodo la reggenza del clan nell'immediatezza del mio arresto e sino a quando è stato arrestato tra la fine del 2012 e gli inizi del 2013". Il suo racconto sul fratello, ancora ricco di omissioni per circostanze su cui si sta concentrando l'attenzione degli inquirenti della Dda, si interrompe qui. 

Nicola Schiavone, di fatto, conferma il teorema del "diritto di successione" interno secondo il quale, secondo quanto ricostruito in precedenti inchieste, a capo dell’organizzazione deve esserci sempre uno dei figli del capo clan Sandokan. Della reggenza di Carmine Schiavone, arrestato nel gennaio 2013, infatti, aveva parlato in passato anche un altro collaboratore di giustizia, Roberto Vargas, che aveva sostenuto come "Carmine Schiavone era agli ordini del fratello Nicola. Parlava con il fratello di cosa fare in determinati settori, quali il gioco d’azzardo, i rapporti con le amministrazioni comunali ... Posso affermare con certezza che dopo l’arresto di Nicola Schiavone, Carmine ha preso il suo posto".  

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