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Cronaca Marcianise

CAMORRA “Pagami e mentirò per te”. Il pizzino al capoclan con un numero di telefono

Il clamoroso retroscena in carcere è stato svelato da un pentito

Un pizzino con un numero di telefono ed un messaggio chiaro: “Manda soldi alla persona che ti risponde ed io sono disposto a fare dichiarazioni favorevoli per te”. E’ uno spunto molto interessante quello che un collaboratore di giustizia, Yuri La Manna di Maddaloni, affida ai magistrati della Dda nell’ambito dell’indagine su Salvatore Belforte ed il fratello Domenico, coinvolti, in maniera diversa, per la scomparsa e la (presunta) morte di Anna Gentile, ex amante del capo clan dei Mazzacane.

I nuovi atti della Dda

Nei nuovi atti che sono stati depositati dalla Procura Antimafia di Napoli emerge questo particolare che una rilevanza importante, anche nell’ambito dei rapporti esistenti tra i pentiti. A svelarlo è La Manna, che racconta: “Una volta (trasferito, nda) a Monza ho incontrato D’Ambrosio (Vincenzo, altro collaboratore di giustizia). Siccome fa il piantone nella stanza di Belforte (Salvatore, nda) mi ha presentato e (Belforte) mi ha detto che secondo lui hanno organizzato tutto a suoi danni”. Il riferimento è a Francesco Paccone e Luigi Autiero, che erano rinchiusi nel carcere di Alessandria, dove si trovava anche La Manna. Quest’ultimo specifica che secondo Belforte “non solo Paccone aveva cercato di convincere Autiero ad accusare il fratello ma anche un altro collaboratore che stava con lui a Torino, di nome Caterino, appartenente ai Casalesi aveva fatto delle dichiarazioni secondo cui lo stesso Salvatore Belforte gli aveva rivelato di non aver detto la verità all’autorità giudiziaria sulla questione dell’amante del fratello Domenico”.

Il pizzino col numero di telefono

Ed a questo punto La Mamma svela. “Sto arrivando! Belforte che D’Ambrosio hanno sostenuto che Caterino non aveva detto la verità sulle confidenze fattegli da Belforte e che poi un terzo detenuto aveva mandato un bigliettino con un numero di telefono a Belforte dicendo che lui sarebbe stato disposto a fare dichiarazioni a favore di Belforte e contro Caterino se lo stesso Belforte avesse mandato soldi alla persona che usava quel numero di telefono”.

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