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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Casapesenna

Pen drive di Zagaria: salta la sentenza per il poliziotto Vesevo

Difesa produce nuovo documento e il pm prende tempo

Rinviata la sentenza per Oscar Vesevo, il poliziotto in servizio alla Squadra Mobile di Napoli, e accusato di aver preso una pen drive dal covo di via Mascagni a Casapesenna dove venne arrestato il superboss dei Casalesi Michele Zagaria. 

Nel corso dell'ultima udienza la Dda ha replicato alla difesa - rappresentata dall'avvocato Giovanni Cantelli - che però ha prodotto un nuovo documento: il decreto che disponeva il giudizio per Rosaria Massa - la principale accusatrice di Vesevo - insieme al marito Vincenzo Inquieto e al boss Zagaria per furto di energia elettrica (nel caso rubata per alimentare il bunker). Per il legale Massa sarebbe inattendibile. Documenti su cui la Dda ha inteso fare ulteriori verifiche con il processo che è stato rinviato a fine giugno. 

Per l’accusa, che ha chiesto 7 anni di reclusione, Vesevo si sarebbe impossessato del supporto per poi rivenderlo. La persona che, secondo la Dda, avrebbe acquistato la pan drive per 50mila euro da Vesevo è stato assolto da questa specifica accusa in un altro processo già celebratosi.  Ad accusare Vesevo soprattutto Rosaria Massa, moglie di Vincenzo Inquieto: i due coniugi ospitarono Zagaria nel covo in via Mascagni a Casapesenna dove fu stanato. Massa, nella testimonianza resa ad inizio 2021, riferì che il giorno della cattura di Zagaria vide Vesevo che prendeva la pen drive ma aggiunse che la stessa non era del boss ma di proprietà della figlia e che all’interno vi erano solo foto, musica e documenti. 

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