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Cronaca Casapesenna

Pen drive di Zagaria, chiusa l'indagine per il poliziotto

Vesevo è accusato di aver prelevato il dispositivo nel bunker del boss

La procura chiude le indagini su Oscar Vesevo, il poliziotto accusato di aver trafugato la pen drive del boss dei Casalesi Michele Zagaria dopo il suo arresto nel bunker di via Mascagni a Casapesenna il 7 dicembre del 2011.

Una sparizione, quella del supporto informatico, che si è tinta di giallo dopo la sentenza del processo Medea che ha visto la condanna dell'imprenditore Pino Fontana e dell'ex senatore Tommaso Barbato ma che ha visto l'assoluzione per Orlando Fontana, che secondo la ricostruzione della Procura avrebbe pagato proprio Vesevo per farsi consegnare la pen drive.

Due gli elementi certi su cui si fonda l'impianto accusatorio. La pennetta usb c'era nel covo del boss all'epoca latitante. L'altro elemento è quello relativo un colloquio nel carcere di Sulmona tra Carmine Zagaria, fratello di Michele, e sua moglie Tiziana Piccolo in cui la donna rivela che si era recato da lei "'o scucchiato", cioè una persona calva che secondo la Procura sarebbe proprio Vesevo. Adesso, conclusa l'indagine, il pm dovrà valutare se chiedere o meno il rinvio a giudizio per il poliziotto.

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