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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Castel Volturno

Dall'indagine per omicidio scatta l'operazione antidroga: 5 arresti. Mille cessioni nel mirino

Dal cellulare di Anthony Amadi i contatti dei pusher arrestati. Nove indagati per lo smercio di cocaina, eroina e crack di Pescopagano

Cinque misure cautelari in carcere, due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e due indagati a piede libero. Questi i numeri dell'operazione dei carabinieri del reparto territoriale di Mondragone, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che hanno smantellato un gruppo di spacciatori attivo nell'area di Pescopagano, a Castel Volturno.

L'indagine, condotta dai militari dell'Arma con il coordinamento del pm Gaudino della procura sammaritana, ha preso le mosse dall'omicidio di Anthony Amadi, ucciso da una coltellata nel febbraio del 2020. Nel corso dei rilievi sul luogo del delitto venne rinvenuto un telefono cellulare. I contatti contenuti all'interno hanno permesso di risalire agli spacciatori colpiti dalla misura.

L'inchiesta ha svelato l'esistenza di un gruppo di spacciatori - originari della Nigeria, del Ghana e del Togo - non collegati tra loro (la Procura non contesta il reato di associazione finalizzata allo spaccio) che operavano nell'area di Pescopagano nello smercio di cocaina, crack ed eroina. Uno smercio ingente: i carabinieri stimano circa mille cessioni di droga nel solo anno di indagine.

I contatti con gli acquirenti erano tenuti tutti dalla stessa persona, un nigeriano. Era lui ad essere contattato dai clienti - residenti tra il casertano ed il basso Lazio - con telefonate e messaggi sulle app di messaggistica. Il linguaggio utilizzato in alcune circostanze era criptico ma non al punto da non essere decifrato dai carabinieri. "Portami quello dell'altra volta", uno dei passaggi intercettati nel corso delle indagini.

I carabinieri hanno evidenziato come crack ed eroina venissero acquistati anche da persone appartenenti a fasce sociali basse e spesso consumati sul posto tra gli immobili fatiscenti trasformati in vere e proprie "crack house". La cocaina, invece, era venduta a fasce sociali più abbienti.

I canali di rifornimento, infine, erano "interni" e propri dei gruppi della mala africana che popola il territorio del litorale, e in particolare di Castel Volturno. Nel corso delle indagini ci sono stati arresti in flagranza, sequestri e diverse segnalazioni di assuntori alla Prefettura. Quando venivano fermati gli assuntori hanno confermato lo spaccio riscontrando così l'attività degli investigatori.

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