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Cronaca San Marcellino

Omicidio Villano, Iovine: "Ucciso per ripiego. Il vero obiettivo era Della Volpe"

Il capoclan sentito nel corso del processo che lo vede imputato insieme al boss Michele Zagaria

Raffaele Della Volpe voleva gestire da solo le estorsioni ad Aversa. Per questo, per ricucire lo strappo, venne inviato come emissario di Antonio Iovine, detto 'o Ninno, Salvatore Verde. Ma durante il summit qualcosa andò storto, al punto che Verde, detto 'a Bestia, "aveva avuto la chiara impressione che Della Volpe intendeva ucciderlo". Per questo i gotha del clan, Iovine insieme a Michele Zagaria ne decretarono la condanna a morte.

Questa, in sintesi, la versione di 'o Ninno, oggi collaboratore di giustizia, fornita agli inquirenti ed acquisita in aula nel corso del processo che lo vede imputato insieme al boss Michele Zagaria, difeso dall'avvocato Paolo Di Furia. I due boss sono accusati del tentato omicidio di Della Volpe che si salvò dall'attentato perché "era in auto con dei bambini" e dell'omicidio di un suo uomo di fiducia, Nicola Villano, detto zeppetella, freddato dai sicari del clan in un autolavaggio a San Marcellino. 

Nel verbale Iovine ricorda come "si tratta dell'ultimo omicidio da me ordinato. Io all'epoca - prosegue l'ex capoclan oggi pentito - ero responsabile dell'area Schiavone e quindi anche di Aversa. So che Della Volpe sfuggì alla morte e venne uccisa una persona a lui strettamente legata, Nicola Villano. Ricordo che convocai Giuseppe Misso, detto Caricaliegg, incaricandolo di organizzare e portare a termine l'omicidio di Della Volpe. Misso era una persona notoriamente legata al clan Schiavone. Come mio uomo incaricai di partecipare all'operazione Bruno Lanza e Salvatore Verde. So che Verde non si presentò e non partecipò all'omicidio in quanto si fece ricoverare in ospedale. Lanza, invece, prese parte all'omicidio".

Secondo Iovine dopo la rinuncia all'agguato a Della Volpe "si ripiegò su Villano". Nel corso dell'udienza celebrata in corte d'Assise a Napoli sono stati ascoltati anche Michele Barone e Nicola Cangiano. Il processo è stato poi rinviato ad inizio luglio quando in aula verranno sentiti altri due collaboratori di giustizia: Luigi Diana e Roberto Vargas.  

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