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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Ucciso a 17 anni: "Le scuse non ci restituiranno Giuseppe. Non perdoniamo un assassino"

La reazione dei familiari del ragazzo di Villa Literno dopo l'interrogatorio del 20enne. Fissata l'autopsia

Affidamento dell'incarico per l'esecuzione dell'autopsia sul corpo di Giuseppe Turco, 17enne di Villa Literno, ucciso con otto coltellate in piazza Villa a Casal di Principe la sera del 29 giugno, al termine di una lite scatenata da una ragazza contesa.

È quanto disposto dal Sostituto Procuratore Francesco Cirillo del Tribunale di Napoli Nord che presso la Procura Normanna alle 13 di mercoledì conferirà l'incarico al perito per eseguire l'autopsia sul corpo del 17enne. A stroncare la vita di Giuseppe la mano di Anass Saaoud, marocchino di 20 anni residente a Casal di Principe, assistito dall'avvocato Mirella Baldascino, che in sede di interrogatorio di garanzia svolto in carcere dinanzi al Gip Ilaria Giuliano del tribunale di Napoli Nord si è mostrato pentito dell'efferato gesto ed ha chiesto scusa alla famiglia.

Gesto "ignobile" per i familiari della vittima, assistiti dall'avvocato Tammaro Diana: "non bastano tutte le scuse del mondo per restituirci Giuseppe, non perdoniamo un assassino", fanno sapere i familiari. Dopo l'esame autoptico si potrà procedere con i funerali di Giuseppe. 

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe il movente del delitto sarebbe una ragazza contesa che avrebbe avuto una relazione con Giuseppe e che stava frequentando il 20enne, che sospettava che i due si sentissero ancora. All'arrivo della ragazza all'esterno di un bar è scoppiata la lite.

Anass ha estratto il coltello e colpito Giuseppe almeno otto volte lasciandolo a terra nei pressi di una panchina. Il ragazzo è poi morto presso la Clinica Pineta Grande a Castel Volturno. Il 20enne era poi scappato venendo rintracciato nelle ore successive a casa dai carabinieri che, nel corso di una perquisizione, avrebbero anche rinvenuto gli abiti sporchi di sangue (ma non l'arma del delitto). Condotto in caserma, dinanzi al pm Francesco Cirillo, il 20enne ha poi confessato. 

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