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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Il pg: "Emilio ha ucciso la moglie Katia". Chiesti 27 anni di carcere

Il procuratore generale ha mosso critiche alle indagini ma la colpevolezza di Lavoretano è "schiacciante"

Le indagini sono state lacunose ma nonostante ciò la prova sulla colpevolezza di Emilio Lavoretano è "schiacciante". Lo ha detto il procuratore generale nel corso del processo in Corte d'Assise d'Appello, celebrato a Napoli, per l'omicidio di Katia Tondi, la giovane mamma di Santa Maria Capua Vetere uccisa al parco Laurus di San Tammaro il 20 luglio 2013. 

Il procuratore generale Raffaele Marino al termine della propria requisitoria, nella quale ha analizzato l'intera vicenda muovendo anche critiche all'impianto probatorio, non ha avuto dubbi o esitazioni sulla presunta colpevolezza di Lavoretano ed ha chiesto la conferma della condanna pronunciata dalla Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere che aveva inflitto 27 anni di reclusione ad Emilio, marito della vittima ed unico imputato nel processo.

Si torna in aula a metà maggio per le discussioni del difensore di parte civile, l'avvocato Gianluca Giordano. Poi prenderanno la parola i difensori dell'imputato, gli avvocati Carlo De Stavola ed Elisabetta Carfora. 

Secondo l'accusa l'omicidio di Katia Tondi sarebbe avvenuto tra le ore 18 e le 19 di quel tragico sabato di luglio, l'orario nel quale Emilio sarebbe stato in casa da solo con la moglie ed il figlioletto. Ad incastrarlo, infatti, è proprio l’orario: prima delle 18, infatti, Katia era a casa con la mamma, Assunta Giordano. Dopo le 19, Emilio è stato ripreso dalle telecamere di un negozio dove si era recato a comprare alcune cose per il figlioletto. 

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