Cugino del pentito ammazzato per vendetta: 3 condanne

Trent'anni a testa per Francesco Schiavone, detto Cicciariello, e per Sebastiano Panaro; 12 anni di reclusione per Nicola Panaro. Questo il verdetto pronunciato dal giudice Rosamaria De Lellis del tribunale di Napoli al termine del giudizio con rito abbreviato nei confronti dei tre accusati di aver ucciso nell'agosto del 1996 Giuseppe Quadrano, il postino freddato dal commando dei Casalesi all'esterno del bar Orientale di San Cipriano d'Aversa dopo che il cugino, omonimo e killer di don Giuseppe Diana, aveva iniziato la sua collaborazione con la giustizia. 

Il giudice ha condannato i tre imputati al risarcimento, da liquidarsi in separata sede, in favore dei familiari della vittima, costituitesi parte civile con l'avvocato Giovanni Zara, disponendo una provvisionale di 55mila euro complessivi. Il giudice De Lellis ha concesso agli imputati una riduzione, in virtù del rito scelto, rispetto alle richieste del pm che aveva invocato, nel corso della sua requisitoria, l'ergastolo per Cicciariello e Sebastiano Panaro. Confermati i 12 anni, come richiesti dalla Procura della Dda, per Nicola Panaro. 

Quadrano venne ucciso nel 1996. Il motivo dell'agguato era da collegare al fatto che il cugino, omonimo e killer di don Peppe Diana, aveva iniziato a collaborare con gli organi inquirenti dopo il suo arresto in Spagna. In un primo momento il dipendente delle poste venne avvicinato dal clan per chiedere al congiunto di ritrattare le sue dichiarazioni. Richiesta a cui seguì il rifiuto di Quadrano. Per questo il 7 agosto 1996 Quadrano venne avvicinato dal commando del clan dei Casalesi fuori al bar Orientale di San Cipriano d'Aversa e crivellato con 12 colpi d'arma da fuoco. 

Nonostante il suo rifiuto coraggioso Quadrano, per via della parentela con un affiliato al clan, non è stato riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata.