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Cronaca Castel Volturno

Omicidio Noviello, processo "bis" alle battute finali

La difesa di Cirillo prova a smontare le tesi della Procura. Attesa per la sentenza

Sentenza a metà dicembre per Francesco Cirillo, alias Pasqualino Coscia fina, accusato di aver partecipato all'omicidio di Domenico Noviello, l'imprenditore ucciso a Castel Volturno per non essersi piegato alle richieste estorsione fatte dal clan dei Casalesi. 

Stamattina, nel corso del processo in Corte d'Appello, si è assistito alle arringhe dei difensori che hanno chiesto la conferma dell'assoluzione già pronunciata dalla corte partenopea, annullata poi dalla Corte di Cassazione. A metà dicembre sono dunque in programma le repliche del procuratore generale, che nel corso della sua requisitoria ha invocato l'ergastolo, ed il verdetto dei giudici. 

Cirillo, condannato in primo grado e poi assolto in Appello (con la sentenza che è tornata dinanzi ai giudici dalla Cassazione) era stato tirato in ballo dallo stesso capo dell'ala stragista dei Casalesi, Giuseppe Setola. Secondo la versione del boss, Cirillo avrebbe trovato la base di appoggio per il commando, salvo poi procurarsi un alibi presso un albergo per evitare il suo coinvolgimento nella vicenda. Cirillo fu arrestato per estorsione all'inizio degli anni 2000, su denuncia di Noviello e del figlio Massimiliano, assieme a quattro esponenti del clan dei Casalesi, ma fu l'unico ad essere condannato a quattro anni di carcere mentre gli altri estorsori furono assolti.

La vecchia condanna, secondo la tesi accusatoria, avrebbe dunque costituito il pretesto "ripescato" da Setola per vendicarsi di Noviello, seminare il terrore e costringere così anche gli altri imprenditori a pagare il pizzo. Noviello venne ucciso fuori la sua autoscuola a Castel Volturno il 16 maggio 2008. Al processo con i figli della vittima si è costituita parte civile il Comitato Don Diana con l'avvocato Giovanni Zara. 

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