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Cronaca Cellole

Omicidio Neiviller, la testimone oculare: "Massimo sanguinante ci chiese aiuto"

La donna era ferma al distributore teatro del delitto: "Vidi due persone che litigavano poi la fuga dell'auto di Krebs"

"Massimo entrò nella mia auto e disse mi hanno fatto una rapina portatemi in ospedale". E' questa la testimonianza di una donna nel corso del processo a carico di Andreas Krebs, il tedesco accusato dell'omicidio di Massimo Neiviller, di Santa Maria Capua Vetere e titolare di un distributore di benzina sulla Domitiana a Cellole.

La donna era entrata con il marito per fare rifornimento. "Vidi che c'erano due persone vicino al gabbiotto che discutevano animatamente. L'ho capito perché gesticolavano. Mio marito scese dall'auto e li chiamò chiedendo di fare rifornimento. Vidi una persona che veniva verso di noi. Traballava. Salì dietro e disse 'mi hanno rapinato, portatemi in ospedale'. Poi scivolò a terra. Solo allora ci accorgemmo che era Massimo. Quando vidi che sanguivanva scappai verso la Domitiana e vidi una 156 grigia, che prima era vicino al gabbiotto, scappare via. Fu mio marito a chiamare i soccorsi". 

Circostanza che emerge anche da alcuni video delle telecamere di sorveglianza del distributore mostrati in aula la scorsa udienza. La 156 grigia era proprio l'auto del killer Krebs. Il processo è andato alla fine del mese. I familiari di Neiviller si sono costituiti parte civile con l'avvocato Enrico Iascone Maglieri. 

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