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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Teano

L'OMICIDIO DI SERENA Il 'passo falso' dei killer svelato dalla perizia dei Ris

Tracce nascoste nei capelli della 18enne. Per la sua morte è indagata una famiglia casertana

Hanno commesso un errore i killer di Serena Mollicone, la studentessa 18enne uccisa nel giugno 2001 nella caserma dei carabinieri di Arce. Su input dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo i carabinieri del Ris hanno infatti analizzato il sacchetto di plastica che avvolgeva la testa della ragazza.

L’involucro, che gli assassini hanno utilizzato per evitare sversamenti di sangue, ha 'cristallizzato' per 17 anni preziose tracce. Frammenti di legno e di vernice che hanno consentito agli investigatori del comando provinciale dei Carabinieri di Frosinone, di poter ricostruire in maniera cronologica, quanto accaduto in quell'alloggio di servizio della caserma di Arce, la mattina del 1 giugno 2001.

A rivelarlo è FrosinoneToday: gli autori dell’omicidio hanno fatto sbattere la testa di Serena contro la porta, non tenendo conto dei frammenti di legno e colla che sarebbero rimasti sui capelli, sul viso e sulla bocca della ragazza. Dopo essere stata malmenata e stordita, la povera ragazza, è stata trascinata con grande probabilità su un terrazzino e quindi, sempre i capelli, il volto e il nastro adesivo che chiudeva il sacchetto in plastica, hanno 'assorbito' un altro, importante elemento: i frammenti di vernice bianca e ruggine sono 'coerenti' con il materiale repertato sul balcone sequestrato e sulla caldaia. Questo significa che Serena Mollicone mentre era sul terrazzo, magari svenuta, non aveva ancora il sacchetto sulla testa.

C’è inoltre un ulteriore ritrovamento che rafforza l’ipotesi di un complice “esterno” alla caserma: sui pantaloni indossati da Serena e sugli anfibi che aveva ai piedi è stata isolata una sostanza chimica denominata polish ed utilizzata per lucidare il marmo oppure il materiale da carpenteria ed edilizia. Quella polvere non è stata invece rinvenuta in nessun altro oggetto o indumento indossato dalla ragazza al momento della morta. Chi ha trasportato Serena nel bosco di Fonte Cupa quindi non è un militare ma quasi certamente un qualcuno che lavora per conto proprio.

Per la morte della ragazza sono indagati l'ex comandante della stazione di Arce Franco Mottola di Teano, la moglie Anna, il figlio Marco, l'ex vice comandante della stazione di Arce, il luogotenente Vincenzo Quatrale, e l'appuntato Francesco Suprano.

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