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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Teano

L'omicidio di Serena, ecco come sono 'scomparsi' gli organi della studentessa

Un investigatore spiega il 'giallo': "Vicenda nota da 2 anni, non ha compromesso le indagini". Per la morte di Serena sono indagati 3 carabinieri

Non sono spariti, ma resi inutilizzabili da una mal conservazione. È il ‘giallo’ degli organi di Serena Mollicone, la studentessa 18enne di Arce (Frosinone) trovata morta nel bosco di Fonte Cupa di Anitrella il 3 giugno 2001 e uccisa nella caserma dei carabinieri. Nei giorni scorsi la Procura di Cassino ha notificato l’avviso di conclusione indagine a cinque indagati, tra i quali l’ex maresciallo Franco Mottola, originario di Teano e comandante della caserma dei carabinieri di Arce nel 2001, la moglie, il figlio Marco (entrambi di Teano) e due sottufficiali dell'Arma all'epoca in servizio nella struttura militare.

Ma nelle scorse ore si era venuto a creare un vero e proprio caso in merito alla presunta ‘sparizione’ di alcuni organi di Serena, in particolare l’intera zona pelvica e parte del fondoschiena. Come riporta però FrosinoneToday, tale aspetto era in realtà noto a tutti. Un componente del pool investigativo dell’epoca spiega infatti che la cosa è nota “sia agli investigatori che agli avvocati di indagati e parte civile, da quasi due anni. Da quando cioè il medico legale, la dottoressa Cristina Cattaneo ha consegnato la perizia che racchiude l'esito delle indagini tanatologiche effettuate sul corpo della povera Serena, una volta riesumato. La perizia è stata resa pubblica sin dalle ore successive alla consegna”.

Le prime indagini tanatologiche effettuate dal medico legale Antonella Conticelli portarono in sede di autopsia all’asportazione degli organi, tra cui anche la zona pelvica e il fondoschiena, che dovevano essere analizzati in appositi laboratori.

Il ‘buco nero’ sulla fine degli organi, scrive ancora FrosinoneToday, inizia dal momento in cui dopo la consegna dei reperti dalla dottoressa Conticelli alla Procura, nei mesi successivi le indagini prendono un’altra strada e la Procura si affida ad un altro medico legale consulente della Polizia di Stato, subentrata ai carabinieri nell’inchiesta.

Solo otto anni dopo e non senza fatica la Procura riuscì a scoprire che quegli organi, mal conservati, erano divenuti inutilizzabili. Per fortuna però il lavoro svolto non è stato compromesso: gli accertamenti dell’epoca esclusero infatti che Serena potesse aver avuto un rapporto sessuale prima della morte, mentre una macchia nera sul gluteo, scambiata per un livideo, altro non era che l’alone lasciato dal pantalone nero indossato dalla 18enne al momento del decesso.

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