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Cronaca Dragoni

Uccide la compagna a colpi di pistola: condanna per il killer

Inflitti 19 anni a Bianchi per l'omicidio di Maria Tino. Il giudice esclude la premeditazione

Diaciannove anni di reclusione. E' stata questa la pena infilitta dal gup Rossi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per Massimo Bianchi, il 62enne che nel marzo 2017 ha ucciso l'ex compagna, Maria Tino di 49 anni, a Dragoni, ferendola mortalmente con tre colpi di pistola in piazza.

Il giudice ha accolto la tesi del difensore di Bianchi, l'avvocato Giuseppe De Lucia, che nel corso della sua arringa, pronunciata in aula stamattina nel processo celebrato con rito direttissimo, ha dimostrato come non ci fosse stata premeditazione nel gesto dell'uomo ma che tutto si sia svolto nel giro di pochi minuti con Bianchi che rientrò a casa, prese la pistola, una Speir 7,65, scese e sparò.

Il tutto è testimoniato anche dalle telecamere della videosorveglianza cittadina che, secondo quanto rappresentato dalla difesa, mostrano come l'arco temporale sia stato molto breve per parlare di premeditazione. Un raptus, insomma, che ha consentito a Bianchi di beneficiare di una pena "blanda", con l'equivalenza tra le circostanze aggravanti ed attenuanti. Una pena inferiore rispetto a quelle che erano state le richieste del pubblico ministero che aveva invocato l'ergastolo, il massimo della pena.

Una storia d'amore tormentata quella tra i Massimo e Maria, conclusa con un epilogo tragico. Una storia iniziata nel 2016 quando l'assassino, Massimo Bianchi, salvò la vita di Maria. Era il 18 giugno del 2016 quando la donna fu colpita dal marito, Angelo Gabriele Ruggiero, con venticinque coltellate. Non sopportava la fine della loro storia d'amore e l'idea che la donna avesse un'altra relazione. Piombò in casa della donna arrampicandosi alla grondaia e la ferì con un coltellino. In quel momento Maria era al telefono con Massimo Bianchi, che sentì le urla della donna. Chiamò la figlia che giunse in casa trovando la 49enne in un lago di sangue ma viva. Così Bianchi le aveva salvato la vita prima di togliergliela con tre colpi di pistola nel marzo 2017.

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