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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Capodrise

Strangolò la madre: incapace di intendere e volere ma potrà essere processato

Plumitallo sarà sottoposto a giudizio immediato in quanto l'incapacità è stata 'circoscritta' al momento in cui avvenne il delitto

Per i periti Francesco Plumitallo era incapace di intendere e di volere al momento dell'omicidio della madre ma potrà essere processato. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Alessandra Grammatica, che, dopo l'incidente probatorio e la perizia psichiatrica eseguita sul 30enne di Capodrise, ha accolto la richiesta di giudizio immediato presentata dal pm Giacomo Urbano. Il giovane è reo confesso dell'omicidio della madre, Patrizia Lombardi Vella di 55 anni detta Rosa, morta strangolata.

L’udienza è fissata per il 13 febbraio 2024 dinanzi alla Corte di Assise. In contraddittorio, durante l’incidente probatorio, venne sentito prima il perito nominato dal Gip, lo psichiatra Raffaele Sperandeo, poi il consulente psichiatra della difesa, Giovanni D’Angelo: i due medici hanno concluso che in Plumitallo era completamente assente la capacità di intendere e volere al momento del delitto perché affetto da infermità totale di mente. A chiedere la perizia psichiatrica - durante l'udienza di convalida dell’arresto - erano stati i difensori di Francesco Plumitallo, gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo.

Attualmente Plumitallo si trova rinchiuso, sorvegliato a vista, nel reparto psichiatrico del carcere sammaritano. Il delitto avvenne di buon mattino nella giornata di martedì 14 novembre scorso in un appartamento nel palazzo di famiglia in via Santa Maria degli Angeli, al confine con Marcianise. Secondo la versione fornita dall'imputato, stava facendo colazione con la mamma. Allora si avvicinò a lei, la prese come per abbracciarla e poi la strangolò da dietro e quando ambedue caddero a terra l’accarezzò. Fu lui stesso poi a chiamare la polizia e suo zio sacerdote, don Gianni Vella.

Francesco Plumitallo confessò l’accaduto al pubblico ministero Giacomo Urbano e al gip Alessandra Grammatica. Descrisse la scena, di cui ricordava quasi niente, come un momento di raptus in cui non aveva preso le medicine prescritte dal Centro d’Igiene Mentale di Marcianise e aveva perso completamente il controllo.

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