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Cronaca San Nicola la Strada

Ex assessore ammazzato dai Casalesi: clamorosa sentenza per il boss

Francesco Schiavone Cicciariello assolto per l'omicidio di Vincenzo Feola. La Procura aveva chiesto l'ergastolo

Assolto il boss Francesco Schiavone Cicciariello per l'omicidio di Vincenzo Feola, l'imprenditore ed ex assessore di San Nicola la Strada ucciso dal clan dei Casalesi nel 1992 in viale Carlo III, nei pressi dell'Appia Calcestruzzi. 

Questa la decisione del gip del tribunale di Napoli Fabio Provvisier, che ha accolto le tesi dell'avvocato Pasquale Diana, a fronte della richiesta di ergastolo del pm della Dda Graziella Arlomede che aveva invocato la pena massima per il boss ritenuto il mandante del delitto. Istanza a cui si era associato anche l'avvocato Claudio Pascariello che assiste i familiari della vittima.

Il movente del delitto era da ricercarsi nella decisione di Feola di uscire dal Cedic, il consorzio delle aziende di calcestruzzo creato da Bardellino e Schiavone, che in provincia di Caserta aveva il monopolio della fornitura del materiale per l'edilizia e gestiva tutti gli appalti. Questa volontà di non sottomettersi alle logiche del clan portò alla decisione di eliminarlo che venne assunta verso la fine degli anni '80. Poi ci fu la faida interna al clan dei Casalesi e solo nel 1992 quando le acque si calmarono vennero ripresi i discorsi rimasti in sospeso tra cui proprio l'omicidio di Feola. La decisione venne assunta nel corso di un summit di camorra a cui prese parte, tra gli altri, anche lo stesso Cicciariello. 

Sia in Assise a Santa Maria Capua Vetere, con il boss che ha partecipato all'udienza in veste di testimone, sia nel corso del processo con abbreviato in cui era imputato, Schiavone, che dal 2015 ha avviato un percorso di dissociazione dal clan, aveva ribadito di essere a conoscenza del delitto ma di non aver fatto nulla per impedirlo trattandosi di un'area, quella di San Nicola la Strada, in cui non aveva particolari competenze. Per questo i giudici lo hanno assolto: quel silenzio, sia pure da uno dei capi del clan, non è punibile.

Per la morte di Feola sono già stati condannati col rito abbreviato Francesco Bidognetti (30 anni), Ettore De Angelis (14 anni), ed i pentiti Nicola Panaro e Cipriano D’Alessandro (entrambi a 12 anni di carcere) mentre si sta celebrando dinanzi alla Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere il processo che vede alla sbarra Andrea Cusano e Giuseppe Misso


 

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