Imprenditore morto in cantiere, l'operaio 'inguaia' 2 persone

Renato Garritano non indossava alcun dispositivo per la sicurezza sul lavoro quando perse la vita in seguito a un incidente in uno dei capannoni all'interno della Centro Energia, nella zona industriale di Teverola. E' quanto ha ammesso uno degli operai della Gress Montaggi e Trasporti - azienda di cui Garritano, 56enne di Capodrise, era titolare - ascoltato nel corso del processo per omicidio colposo che si sta celebrando dinanzi al giudice Ferraiuolo del tribunale di Napoli Nord.

Per la morte dell'imprenditore sono finiti alla sbarra Marco Cimarosti, 65 anni, rappresentante legale della società Mentor, e di Matteo Abate, 40 anni, bresciano, responsabile della sicurezza per la società Ferromettalli SSA srl, mentre un'altra persona è stata già condannata con rito abbreviato.

Come detto, l'operaio ha parlato delle condizioni di sicurezza sul lavoro nel cantiere dove si verificò la tragedia, di impartizioni dispensate quasi come fossero consigli al personale all'opera ma senza le cautele di un vero "piano per la sicurezza". Ed a dimostrazione di ciò, c'è il fatto che Garritano, secondo quanto ricostruito dal dipendente, non indossava alcuna imbracatura quando cadde rovinosamente al suolo. Il dipendente, essendo all'opera alla gru, non vide Garritano cadere ma si accorse dell'incidente quando, di fatto, si era già verificato. Il processo, al termine della testimonianza, è stato aggiornato alla metà di maggio.

Garritano morì il 6 marzo 2014 nell'area industriale di Teverola dopo un volo di 15 metri nel capannone mentre stava smantellando delle strutture in ferro. Nel collegio difensivo ci sono gli avvocati Luigi Tuccillo ed Aurora Nocerino, mentre la famiglia della vittima è rappresentata dagli avvocati Gennaro Iannotti, Gabriella Cusano ed Elvira Rispoli.