'Ndrangheta e prestanomi, appello bis per un casertano
La Corte di Cassazione annulla la sentenza e rimanda il procedimento al tribunale di Bologna
Sentenza annullata dalla Corte di Cassazione: si torna in Corte d'Appello per Raffaele Tovino, professionista di Villa di Briano accusato di trasferimento fraudolento di beni e per Carmine Sarcone, calabrese che risponde di associazione mafiosa. Per Tovino i giudici del tribunale di Bologna avevano disposto tre anni di reclusione, con l'esclusione dell'aggravante mafiosa inizialmente contestata (per la sua presunta vicinanza alla 'ndrangheta). Venne ritenuto prestanome di Sarcone, intestandosi solo fittiziamente alla società rispetto alla quale proprio Sarcone figurava come dipendente. Per la Procura invece il calabrese era un socio occulto e gestore di fatto della ditta.