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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Il narcos casertano si pente e fa tremare la 'Ndrangheta

Depositati i verbali di Giulio Rubino nel corso del processo sul traffico internazionale di cocaina. Suo fratello "broker" con i cartelli colombiani

E' un narcos casertano a far tremare la 'Ndragheta. Stamattina nel corso dell'udienza preliminare a carico di circa 90 persone, accusate a vario titolo di traffico internazionale di stupefacenti nell'ambito della maxi inchiesta "European 'Ndragheta connection", sono stati depositati i verbali di Giulio Fabio Rubino, 35 anni residente in centro a Caserta. 

Secondo gli inquirenti Rubino, insieme al fratello Serafino, ancora ricercato, avrebbe istituito un vero e proprio cartello del narcotraffico internazionale insieme a Maria Rosaria Campagna, napoletana e compagna del boss della mafia catanese Salvatore Cappello detto "Turi", ed al figlio della coppia.

Secondo gli inquirenti, Serafino Rubino, difeso dall'avvocato Nello Sgambato, avrebbe curato le trattative direttamente con i cartelli colombiani grazie ad una rete di rapporti in Sudamerica. Suo fratello Fabio Giulio si occupava del recupero dello stupefacente in Italia ma anche nelle relazioni d'affari con i co-finanziatori delle pertite di droga. Infine Maria Rosaria Campagna oltre a finanziare la consorteria criminale era specializzata nel recupero di considerevoli quantitativi di cocaina in qualsiasi porto d'Italia dove venisse spedita ma principalmente nel porto di Napoli, dove poteva contare, ad avviso dei magistrati, su dei "ganci" interni, allo stato rimasti non identificati. 

Nel tempo, il gruppo campano collegato alle cosche di ‘ndrangheta si è dimostrato tanto potente economicamente, da non accusare i durissimi colpi assestati dagli inquirenti: basti pensare che, in un arco temporale relativamente ridotto, sono stati sottratti dalla disponibilità dei criminali oltre 360 chili di stupefacente, tra cui un sequestro effettuato al porto di Gioia Tauro con la droga nascosta con la tecnica del "rip off" in una nave cargo ma anche un carico da 130 chili di cocaina partito da Seattle e "bloccato" a Panama e destinato al porto di Napoli. Questioni su cui Rubino sta cercando di far luce con la sua scelta di collaborare con la giustizia. 

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