rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Morto da solo per il decreto sicurezza: la denuncia del Centro Sociale

Il 67enne è spirato all'ospedale di Caserta senza poter fare rientro in patria

"Le leggi sull'immigrazione in questo Paese non ti danno il tempo di garantire diritti e umanità. Stravolgono vite come fossero pacchi. Cosi, la vita di Nash è stata stravolta. Il tempo che avrebbe dovuto impiegare per tornare in Ghana e morire dignitosamente vicino ai suoi cari, lo ha dovuto usare per lottare contro una legge ingiusta, e nel frattempo il suo stato di salute ha continuato ad aggravarsi".

E' una storia triste quella che si legge in una nota del centro sociale ex Canapificio di Caserta che ricorda così Nash, un ghanese di 67 anni che si è spento oggi all'ospedale di Caserta. Era in Italia da 25 anni e da tre usufruiva del progetto Sprar nel comune campano dopo essere stato sostenuto dall'ambulatorio di Emergency. Era titolare di un permesso di soggiorno, ottenuto nel 1999 dopo aver lavorato nelle campagne di Foggia. Da lì si era spostato a Giugliano in Campania e a Castel Volturno, lavorando come bracciante. Nash ha perso il permesso di soggiorno dopo l'entrata in vigore dei decreti sicurezza e, senza permesso di soggiorno, anche la possibilità di riscuotere la pensione di invalidità. Nash è morto oggi, dopo un ricovero di tre settimane all'ospedale di Caserta. Soffriva di problemi ai polmoni e al cuore, ma non aveva alcun sintomo legato al coronavirus.

"E' morto - dicono dall'ex Canapificio - senza poter salutare la propria famiglia in Ghana e i suoi tre figli, ma non a causa della pandemia o delle sue patologie, ma a causa del decreto sicurezza. E' morto solo, senza poter ricevere il saluto e il conforto degli amici e di noi operatori del progetto di accoglienza Sprar, come oggi prevedono i protocolli di sicurezza per fronteggiare la pandemia in corso".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Morto da solo per il decreto sicurezza: la denuncia del Centro Sociale

CasertaNews è in caricamento