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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Maddaloni

Minacciata dagli usurai mentre li denunciava dai carabinieri

I militari raccontano il terrore della donna. Ricostruita la rete dei creditori a strozzo

La vittima aveva paura del contesto ambientale, delle minacce e delle pressioni subite. E' quanto hanno riferito i carabinieri nel corso del processo a carico di Tommaso Giglio e Costanza Orso, titolari di una gioielleria di Maddaloni; Lorenzo Vinciguerra, commerciante; Luigi Marciano e Giuseppe Fedele, accusati di usura nei confronti della titolare di una ricevitoria di Maddaloni.

Stamattina gli ufficiali, all'epoca in servizio alla compagnia di Santa Maria Capua Vetere, hanno deposto dinanzi al collegio presieduto dal giudice Roberto Donatiello. In particolare sono emerse delle annotazioni di servizio sulle paure della donna riguardo al "contesto ambientale". La titolare della ricevitoria mentre si trovava in caserma per denunciare gli usurai venne contattata telefonicamente da uno degli imputati che le riferì di avere i "minuti contati". Minaccia che venne ascoltata dai militari che stavano raccogliendo la denuncia.

Nel gennaio 2012, invece, la mattina degli arresti la donna ricevette diverse telefonate da un numero di telefono che non conosceva. Dalle indagini successive sarebbe emerso che quel numero appartenesse alla cognata di una delle persone arrestate. 

Ricostruito anche il "libro mastro" dei debiti. La donna raccontò a memoria ai carabinieri le cifre che doveva riferendo anche chi fossero i suoi creditori. Brogliaccio che venne rinvenuto, con le stesse somme, nel corso di una perquisizione domiciliare a casa di uno degli imputati. Circostanza che confermerebbe il racconto della vittima, costituitasi parte civile con gli avvocati Andrea Balletta e Gianluca Giordano. 

I fatti risalgono al 2011 quando la titolare di una ricevitoria di Maddaloni finì in una spirale di prestiti a cui non riusciva a far fronte per gli elevati tassi d'interesse. Per saldare i debiti la donna si rivolse ad altre persone che a loro volta richiedevano tassi elevati per la restituzione. Secondo gli inquirenti l’importo complessivamente ricevuto in prestito dalla donna ammonta a circa 100.000 euro, mentre la somma restituita in soli sei mesi è risultata pari al doppio.

Il processo è stato dunque rinviato alla fine del mese. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Santoro, Struffolino, Michele Ferraro, Corsiero, Gallo e Grasso. 

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