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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Lettera sospetta inviata al boss dei Belforte in carcere

La penitenziaria trattiene un foglio manoscritto e numerose fotografie indirizzate a Della Ventura. La Cassazione conferma il provvedimento

Una lettera sospetta recapitata al carcere di Milano Opera e destinata al boss del clan Belforte Antonio Della Ventura. E' quanto hanno trattenuto gli agenti della polizia penitenziaria della casa circondariale milanese che hanno ritenuto i contenuti della missiva "sospetti".

La vicenda è stata oggetto di un ricorso per Cassazione presentato dal legale di Della Ventura che ha contestato il provvedimento del Magistrato di Sorveglianza. Per i giudici della Suprema Corte "la missiva in questione, composta da un manoscritto e numerose fotografie, da un lato proviene da soggetto che, benché prospetti di essere molto vicino alla famiglia del detenuto, risulta sconosciuto all'ufficio operante il controllo e, dall'altro, con le fotografie, per la insistita particolarità dei luoghi, presenta un possibile collegamento con i frutti delle attività illecite, dovendosi ricordare come Della Ventura è ritenuto essere esponente di rilievo del clan camorristico "Belforte", dedito soprattutto alla perpetrazione di estorsioni e al traffico di stupefacenti".

Circostanze che hanno spinto i giudici a confermare "l'ambiguità e criticità del complessivo contenuto della missiva, che, come già indicato nel provvedimento del magistrato di sorveglianza, potrebbe celare messaggi pericolosi per l'ordine e la sicurezza". Alla luce di ciò i giudici hanno respinto il ricorso confermando il provvedimento del magistrato di sorveglianza.

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