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Cronaca Trentola-Ducenta

Processo Jambo, l'ex sindaco chiede l'abbreviato

Istanza di Griffo dopo il cambio dell'accusa. Nei racconti di Schiavone spunta anche un albergo nel centro commerciale: "Falco ci avrebbe rimesso le penne"

L'ex sindaco di Trentola Ducenta Michele Griffo chiede l'abbreviato condizionato ad una perizia tecnica. E' quanto ha richiesto stamattina il suo difensore, l'avvocato Carlo De Stavola, dopo il cambio del capo d'imputazione da parte del pm, da concorso esterno ad associazione camorristica. 

Sull'istanza il giudice Roberto Donatiello, presidente del collegio dinanzi al quale si sta celebrando il processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, si è riservato. E' quanto accaduto oggi nel corso del processo Jambo che vede alla sbarra con Griffo anche un altro sindaco di Trentola Ducenta, Nicola Pagano, insieme a Nicola Picone ed il patron del centro commerciale Sandro Falco

Gran parte dell'udienza è stata occupata dal controesame, da parte dei difensori, di Nicola Schiavone, già ascoltato dal pm della Dda Maurizio Giordano all'inizio di dicembre. In particolare Schiavone ha ripercorso le varie fasi criminali a Trentola Ducenta fino al passaggio dello scettro al boss Michele Zagaria. "Dopo l'arresto di De Simone e di Vincenzo Zagaria mio padre designò Michele Zagaria come capo su Trentola Ducenta". Siamo alla fine degli anni 90' e Schiavone ancora non faceva parte del clan né "mio padre mi parlava di queste cose".

Tali informazioni gli sono state riferite da "altri affiliati e facevano parte del bagaglio culturale del clan", una sorta di enciclopedia criminale tramandata di generazione in generazione. "Michele Zagaria - ha proseguito Schiavone - Venne messo a capo degli Scissionisti del gruppo Bidognetti di cui facevano parte anche i Cantone. Quando questi davano fastidio ad imprenditori vicini a noi, cioè si recarono da imprenditori amici di mio padre per un cambio di assegni, io lo dissi a Zagaria per risolvere il problema". 

Poi Schiavone ha parlato di Sandro Falco, difeso dall'avvocato Paolo Trofino, che "era amico di Giacomo Capoluongo", transitato proprio dal gruppo di Zagaria a quello degli Schiavone in seguito ad un diverbio con Capastorta tra il 2006 ed il 2007. "Capoluongo mi ha escluso che Zagaria fosse socio del Jambo anche se si era speso molto per il centro commerciale. L'impresa di Falco subiva Zagaria ma ne beneficiava anche al tempo stesso, Zagaria aveva fatto tantissimi piaceri a Falco". Schiavone ha poi parlato di un albergo che proprio Falco intendeva realizzare proprio nell'area del Jambo e sostituito poi dagli uffici del centro commerciale. "Me lo disse sempre Giacomo Capoluongo. Questo cambio della destinazione d'uso venne effettuato perché altrimenti Falco ci rimetteva le penne pure sull'albergo". 

Nel corso dell'udienza sono state acquisite anche le dichiarazioni di Nicola Baldieri, consulente dell'amministrazione giudiziaria del Jambo. Il processo è stato poi rinviato all'inizio di aprile. 

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