L’INTERCETTAZIONE Il pusher al capo: “Un po’ di ‘servizio’ a buon prezzo…”
La ‘proposta di lavoro’ di un pusher a Pontillo, gestore delle piazze di spaccio per il clan
Cinque/dieci grammi di ‘servizio’. Così i pusher chiamavano la cocaina, lo stupefacente che Giovanni Pontillo affidava ai suoi uomini per diffonderlo nelle piazze di spaccio di Marcianise, Capodrise e Maddaloni. Il 59enne finito in carcere, nelle carte dell’inchiesta della procura antimafia di Napoli, viene considerato un “dominus” nella gestione in via esclusiva delle piazze di spaccio dell’organizzazione, oltre all’approvvigionamento e al recupero dei proventi.
L’INTERCETTAZIONE
In una intercettazione disposta dai magistrati, Pontillo è a bordo della sua Mini Cooper in via Respighi, a Marcianise, mentre parla con un tale Umberto, autorizzato dal capo dell’organizzazione a spacciare la cocaina per conto del sodalizio criminale che lui rappresenta.
U: “Zio Giannino un po’ di “servizio” a buon prezzo…a buon prezzo, se si può servire”
P: “A prezzo buono no! Perché il prezzo…”
U: “Se ci sta un cinque/dieci grammi, perché lì in mezzo i ragazzi ‘tirano’ di brutto! Il sabato sera devono portare i soldi a Caivano…e gisuto… me li devo lavorare io, la verità!”
P: “Come, non puoi lavorare?”
U: “Se ci sta la disponibilità, cinque/dieci grammi per iniziare!”
P: “Certo!”
U: “Quando è la prossima volta…. Prendo anche…”
P: “Va bene”
U: “Va bene, sicuro??”
P: “Ciao”
U: “Buonasera zio Giannino”.
LA "PROPOSTA DI LAVORO"
Come spiegano gli inquirenti, non vi sono dubbi in merito al rapporto del pusher con Giovanni Pontillo. Il primo infatti spiega che vi sono diverse persone che “tirano”, chiaro riferimento alla cocaina, costrette però ad andare a Caivano per acquistare lo stupefacente, nota zona di spaccio. Per questo il pusher avanza a Pontillo la proposta di lavorare per lui, con un rifornimento iniziale di 5/10 grammi di cocaina.
