rotate-mobile
Cronaca Casapesenna

“Oggi è il giorno del giudizio”. L’intercettazione che anticipò l’arresto di Zagaria

Emergono nuovi particolari su quella giornata. Il ruolo di ‘mediatore’ del poliziotto oggi indagato per la compravendita della pendrive del capoclan

Dalle sigarette “comprate fuori paese” ai calzini di marca Gallo, un paio molto costoso, trovato nella spazzatura. Ed ancora l’incarico di “mediatore” affidato all’uomo che oggi è sotto indagine con l’accusa di aver portato fuori dal bunker la chiavetta a forma di cuore all’interno della quale il capoclan dei Casalesi Michele Zagaria aveva segnati appunti importanti, coi nomi degli imprenditori che lo hanno aiutato in tutti questi anni. E’ quanto emerge dagli atti delle motivazioni del processo Medea che ha portato a diverse condanne di imprenditori considerati soci dell’ex primula rossa. 

Negli atti viene riportata la deposizione di Vittorio Pisani, ex capo della Squadra Mobile di Napoli, colui che per primo è sceso nel bunker di via Mascagni a Casapesenna dove si nascondeva Zagaria nel 2011. “Gli investigatori - si legge - iniziarono allora a ritirare l’immondizia dagli Inquieto, travestiti da spazzini, ma dalle cicche di sigaretta non riuscirono a ricavare il Dna; trovano però dei calzini Gallo, molto costosi, che non si addicevano all’abbigliamento modesto di Vincenzo Inquieto”. Pisani na anche ricordato che “una volta si recò a casa degli Inquieto su loro richiesta dove notò che era stata preparata per pranzo una insalata di mare che non corrispondeva alle loro abitudini. Ne dedusse che era stato lo stesso Michele Zagaria a dire di farlo andare lì per fargli capire che il bunker era bruciato”. 

Ma gli investigatori scoprirono anche altro: “Fu accertato che Vincenzo Inquieto aveva acquistato via internet il motore per muovere il cemento del bunker ed era andato a Roma per ritirarlo personalmente. Inquieto aveva comprato anche binari in ferro, di quelli che si usano per le montagne russe per realizzare il movimento di apertura e scorrimento”.

E poi viene chiarito il ruolo di Oscar Vesevo, il poliziotto oggi indagato per la compravendita della pendrive di Zagaria: “A lui (Pisani, nda) aveva dato incarico di fare da intermediario per la realizzazione degli incontri con le tre fonti che furono fondamentali per la cattura di Zagaria”.

Infine emerge una telefonata intercettata proprio all’alba del blitz per la cattura del latitante, dopo che arrivarono i trattori, gli escavatori ed i tir nei pressi di via Mascagni a Casapesenna. “Oggi è il giorno del giudizio” afferma una donna chiamando la sua vicina. Un giorno di liberazione per tutto l’agro aversano.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Oggi è il giorno del giudizio”. L’intercettazione che anticipò l’arresto di Zagaria

CasertaNews è in caricamento