Inchiesta Dda, i tentacoli del business arrivano al Nord. Il giallo di un incontro a Rimini

Non solo la provincia di Caserta. L’inchiesta della Dda che ha portato nei giorni scorsi i carabinieri ad effettuare diverse perquisizioni a casa e negli uffici di amministratori e funzionari pubblici tra Caserta, Aversa, Sant’Arpino e Recale, varca i confini territoriali anche della regione Campania. 

Secondo gli inquirenti che stanno indagando su ciò che ruota intorno alla figura di Carlo Savoia, manager dei rifiuti di Sant’Arpino (fratello dell’ex sindaco), i tentacoli del business arriverebbero fino al Nord Italia, in quel Veneto da molti considerato come il “centro economico d’Italia”, soprattutto per chi vuole fare affari coi rifiuti. E, stando a quanto emerge, sarebbero stati “validati” contatti proprio con un imprenditore del nordest che gestiva impianti di trattamento in cui venivano portati i rifiuti di diverse regioni e dove sarebbero dovuti finire anche quelli casertani e degli altri comuni campani, dove ora si sta indagando.

Secondo la Direzione distrettuale antimafia, Carlo Savoia ed il suo ‘socio’ Pasquale Vitale avrebbero avuto contatti col sindaco di Caserta Carlo Marino (che si è dimesso da presidente dell'Ato Rifiuti Caserta), col dirigente Marcello Iovino, con l’ex assessore di Aversa Paolo Galluccio oltre che con un dipendente del Comune di Caserta. Nell'inchiesta sono coinvolti anche dipendenti dello stesso Savoia ai quali sarebbero state intestate società che hanno poi vinto gli appalti.

Ma sarà interessante anche il lavoro che i tecnici faranno sul materiale sequestrato a casa di amministratori e funzionari pubblici. Gli inquirenti credono che nei computer e nei cellulari acquisiti durante le perquisizioni ci possano essere prove che andrebbero a confermare i dubbi che sono sorti nella fase preliminare delle indagini. Si cercano anche riscontri con “contatti di persona” che avrebbero coinvolto alcuni degli indagati in un incontro a Rimini.